Storia moderna della Sardegna di Giuseppe Manno
PARTE PRIMA. — LIBRO TERZO.
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mostrato il bisogno di accostarsi determinatamente alla Spagna; poiché il cardinale già di molto incapriccito di quella sua spedizione siciliana, e peritoso di recare a somma gli accordi con un principe di si profondo avvedimento, avea lasciato scadere il tempo propizio all'alleanza. Maggiormente, infine, erasi difficultata al re la conservazione del suo novello Stato, dopoché, come abbiamo veduto, la Spagna da un canto avea già rotto la guerra in Sicilia, e dall' altro i tre più grandi potentati europei aveano palesato la ferma risoluzione di assoggettare quell'isola a Cesare. Un solo mezzo restava adunque al re per escire di tali angustie; e questo fu da lui abbracciato, acconsentendo ai patti della recente alleanza. Soscriveasi perciò dapprima in Londra, e poscia in Parigi, dai conti Provana o de la Perrouse suoi ministri il trattato ; per cui dichiarando egli la piena sua adesione alle condizioni tutte della convenzione, veniva ammesso nella lega europea e salutato re di Sardegna.
Ottenevasi dappoi, sebbene non senza indugi e difficoltà, l'assentimento del Re Cattolico [1720] ; e si accordava cho gli Spagnuoli rimettessero nelle mani degli imperiali il dominio dell'isola, e ne facessero questi la rimessione al novello sovrano Vittorio Amedeo, il quale inviava colà a prenderne il possesso ed assumerne il comando il viceré barone di San Rémy.
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