Storia moderna della Sardegna di Giuseppe Manno
' parte prima. — libro quarto.
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chiando intristirono, la Sardegna vide dopo l'ultima delle suo epoche politiche migliorarsi i termini del suo stato civile: La qual cosa benché debbasi a quei disastri pei quali fu a lei disdetto in addietro lo sperare un durevole vantaggio, deve per lo stesso motivo sollevar la fiducia di coloro, ai quali l'inerzia de'trapassali lasoiò molte cose imperfette, molte intatte, pochissime corrotte ; giacché è più facile il salire, che il risalire a prospero stato ; e nelle cose morali soprattutto é più fortunata la condizione di chi può confidarsi di aggiungervi, che di coloro i quali declinarono già dal colmo una volta toccato. Mi correa perciò alla mente fin d' allora il secolo diciottesimo, del quale imprendo ora a compendiare gli annali. Quantunque non senza sentir timidamente di me slesso io siami allora accostato, e mi accosti di nuovo oggidi a tale argomento; poiché, se nel giudicare delle cose lontane la ragione dell' intelletto prevale agevolmente alle affezioni del cuore, queste quasi inavvedutamente illudono lo scrittore, che non abbia da sé discoste le ragioni del parzialeggiare ; pochi essendo coloro, ai quali sia stato dato di narrar sempre cose commendevoli, narrando cose vere. Prima adunque che il lettore conosca se nel giudizio dei fatti sia a me toccata questa rara felicità, bo voluto io stesso suscitarne la diffidenza; acciò che, se mai mi avvenisse di descrivere questo ultimo periodo della patria istoria, senza che mi s'apponga la taccia d'infinta laude o di malvagio biasimo, maggiore sia la gloria che in ragguaglio alla portata è alle condizioni di quel tempo dee tornarne ai nostri principi ; ed a me resti, col pregio di sincero narratore, la consolazione di non esser andato a rompere laddove avrei dovuto riposare.
La prima cura dei novelli governanti dell'isola [1720] si fu indirizzare a buon fine l'opinione pubblica dei nazionali. Questi erano allora divisi in due fazioni, per le aderenze contratte co'seguaci di Cesare e di Filippo. Giovava adunque per comporli e ridurli ad unità la sopravvenuta novella signoria, se i rappresentanti di lei, non inclinando ad alcuna delle parti ed entrando francamente nella via mezzana, si disponeano a mirar meglio alla futura quiete, che alle discordie passale. E tal era di fatto il pensiero del principe. Scriveva egli al barone di San Remigio: non desse favore speciale a veruna opinione: al-
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Sardegna Cesare Filippo San Remigio
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