Storia moderna della Sardegna di Giuseppe Manno

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      ' parte prima. — libro quarto. 85
      diti tutti di Vittorio Amedeo l'opinione dell' alta sua perspicacia, e la riverenza de'suoi voleri, che a pochi potea cader in pensiero o la lusinga di veder più avanti di lui nelle cose di governo, o la confidenza di poter escire impunemente della via da lui segnata.
      Intanto [4721] il carteggio cogli altri Stati del re rendevasi regolato e periodicoed introducevasi nel maneggio del tesoro maggiore chiarezza e severità di forme : dimodoché l'economia delle spese, la quale pareva di primo tratto grave a coloro che erano avvezzi alle smodate generosità de' due ultimi governi, tornava a tutti gradita, come venivasi a riconoscere, che la parsimonia era ricomperata dall' esattezza e dalla stabilità de'pagamenti; dove ne'tempi andati non sempre queste rispon-deano alla larghezza delle promessioni. Allorché pertanto il marchese di Villaclara, deputato dagli Stamenti per rassegnare a piè del trono i primi omaggi della nazione, presentavasi nella corte di Torino per certificare il re della obbedienza e devozione de'regnicoli, egli ebbe ragione di esprimergli, che già iafin d'allora aveasi il nuovo governo cattivato colla fede la gratitudine ancora de' Sardi.
      Un altro grave affare concludevasi ancora in quei primi anni del novello regno, coi negoziati intavolati col pontefice Benedetto XIII [1722], per le cose ecclesiastiche ed anche politiche della Sardegna [1723]. Avea il re deputato, per conchiudere tal trattato [1725], il marchese Ferrerò d'Ormea suo consigliere e generale delle finanze ; e nella scelta d'un tant' uomo ogni punto era già compreso pel buon risultamento dell'affare. Incominciava egli, infino dal primo suo giungere a Roma, a cattivarsi l'animo del pontefice. Davano favore alle rimostranze del ministro il cardinale Alessandro Albani, ed il prelato Lambertini, già rispettato infin d'allora per quella dottrina e rettitudine d' animo, che lo portò poscia al colmo degli onori e della celebrità. Era ugualmente di buon auspizio per le ragioni del re, l'elevazione alla sagra porpora del Padre Agostino Pipia sardo, uomo caro oltre modo al pontefice, e devoto al novello suo sovrano. Onde dopoché la cosa fu lungamente trattata e sottilmente discussa in una congregazione di cardinali, senza che le opinioni si accostassero ad un punto di concordia,
      Storia di Sardegna. ®


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Storia moderna della Sardegna
di Giuseppe Manno
Felice Le Monnier Firenze
1858 pagine 466

   

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