Storia moderna della Sardegna di Giuseppe Manno
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storia 01 sardegna. *
il pontefice prese sopra di sé di compierla col voto di pochi consiglieri di sua confidenza : e con uno speciale indulto concedeva a Vittorio Amedeo [1726], ed ai successori di lui nel regno, il padroneggio delle chiese, ed il diritto di presentare alla Sede Apostolica le persone da preporsi alle chiese metropolitiche e vescovili ed ai monasteri. Ed acciò che rimanessero riserbati i diritti di diversa natura esercitati dalla Chiesa romana nel regno, e guarentite le ragioni di pieoa sovranità che il re dovea far valere, si accordava ad un tempo, che quelli fossero espressamente mentovali nelle clausole dell' indulto, e che per queste si accettasse dal segretario di stato del pontefice una specifica protestazione del re. La notizia di tal indulto perveniva tosto in Sardegna, e vi provocava grandissimo gaudio ; generale essendo il desiderio di veder cessati i danni derivanti dalla lunga vedovanza delle chiese. Ed il viceré abate Doria del Maro, il quale avea avuto la sorte di veder dileguarsi gli ultimi sintomi della diffidenza da taluno sentita intorno alla stabilità del nuovo governo, mercè della pubblicità allora data nell' isola al trattato stipulato in Vienna fra Cesare e Filippo, nel quale era espressamente rinnovellata la ricognizione del re di Sardegna, traeva da' felici negoziati colla corte di Roma e dalla copiosa provvigione fattasi dal re di artiglierie grosse da muro, e di molti altri attrazzi guerreschi per munire le rócche del regno, un altro argomento per far meglio conoscere ai nazionali, che gli ordinamenti del novello regnante davano chiara vista d' una signoria non meno durabile che provida.
Aveano dunque i Sardi ragione di confidarsi, che anche nel declinare dell' età del re, l'opera del felice avviamento delle cose loro più care avrebbe proceduto con pari attività e consiglio; dacché sottentrava alla direzione principale degli affari dello Stato quello stesso marchese d'Ormea, che avea condotto a buon termine la negoziazione già mentovata per gli affari ecclesiastici del regno. Ma era quello il tempo in cui il re, travagliato da una inquietudine d'animo che gli faceva desiderare di chiudere prima del debito termine la vita sua politica [1730], disponevasi eoa inaspettata risoluzione a discendere dal trono da lui tanto illustrato; ed a porre sul capo del principe di Piemonte suo figlio la corona reale di Sardegna da lui
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