Storia moderna della Sardegna di Giuseppe Manno
parte prima.-libro quarto.
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messo ad effetto un antico loro desiderio della creazione di un reggimento nazionale [1744*] ; ed il re assentiva non solamente alla pronta levata del reggimento chiamato di Sardegna, ma innalzava anche al comando di tal corpo il duca di San Pietro gentiluomo sardo, principale indirizzatore di tal opera. E l'effetto non era discosto dal disegno; poiché avendo il duca, non meno che gli altri gentiluomini scelti a militare in quel corpo, dato mano a condurre a stipendio la soldatesca, giungevasi nel volger di pochi mesi a ragunare la forza necessaria alla formazione del reggimento. Onde ammaestrate le soldatesche senza allentare, nel maneggiar delle arme e nelle altre esercitazioni guerresche, rendevansi abili in brieve tempo a poter pel contegno marziale, e per quel portar svelta ed agile la persona, che ne' nostri isolani è proprio poco men che di tutti, meritare l'aggradimento dimostrato loro dal re, allorché per la prima volta si schierò la nuova milizia al suo cospetto in Torino; come aveano già allora meritato l'approvazione del sovrano pel valore di cui diedero singoiar prova nel primo assaggiar l'arme che fecero nella guerra di quel tempo, nell'attacco d'Aqui, ed in quello de' posti avanzati presso a Ventimiglia.
Gli altri atti principali del regno di Carlo Emmanuele prima ch'ei déssa una speciale direzione agli affari della Sardegna, si furono lo stabilimento della Posta interna; la concessione d'alcuni posti gratuiti ai giovani sardi nel collegio delle province di Torino; l'aumento della colonia di Carloforte, co! riscatto generosamente fatto di molti Tabarchini tenuti schiavi in Tunisi [1751] ; lo stabilimento di una colonia greco-corsa nel luogo di Montresta ; l'instituzione di una casa d'orfane in Cagliari; l'ordinamento del pubblico archivio; la restaurazione delle fortezze. L'agricoltura era allora in gran fiore, e, mercè del buon maneggio delle cose fiscali, il tesoro sardo trovossi più volte in grado, non solo di supplire ai bisogni delle casse pubbliche del Piemonte, ma anche di aumentare le proprie rendite, avendo gli Stamenti offerto, in vista dei bisogni del tempo per ragione della pendente guerra, un donativo straordinario di scudi 40,000 per quattro anni.
Nissuna cosa però giovò tanto a noi, come allorquando il re [1759] commetteva al suo ministro della guerra conte Bogino
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