Storia moderna della Sardegna di Giuseppe Manno
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storia 01 sardegna. *
il governo delle cose sarde. Questo egregio ministro, poggiando ogni di più alto nella confidenza del re, e bastevole pel valore del suo senno e per la costanza del carattere a un sì gran fare, si chiarì appena della vera condizione delle cose sarde, che tosto avvisava esser colà maggiore la somma del bene sperabile che del male esistente; e questo derivare, non così da vizio radicale delle cose, come da difetto di sollecitudine nelle persone. Da quel punto adunque, e senza mai smarrirsi del buon proponimento, egli fu tutto in procacciare, che mentre per la pace ridonata all' Italia, e per la prosperità delle cose pubbliche negli antichi stati del re, le cure del governo erano qui indirizzate a conservare il ben essere, tirassero colà a crearlo.
Il primo pensiero del novello ministro fu quello che dovrebbe essere sollecitudine continua di tutti i ministri, la migliore amministrazione della giustizia. Molte delle antiche nostre leggi ragguardanti a tale materia erano passate in disusanza; o corrotte per mala interpretazione, non rispondevano più allo scopo primiero. Altre ristrette in angusti termini o traboccanti verso il troppo, eseguivansi senza frutto o con danno della cosa pubblica. Sentivasi specialmente il bisogno di sottoporre a severe cautele la scelta de'ministri delle curie, e di accrescerne il numero. E nella legislazione criminale soprattutto ren-devasi necessario lo statuire nuove leggi penali per alcuni misfatti non bastantemente repressi, e '1 dichiarare una norma legale di punizione per coloro che netti ancora di particolari delitti, sono non pertanto nella via di commetterli tutti; o troppo fortunati nelle loro malvagità, perchè non siasene mostrato palese indizio, hanno solamente contro a sè la voce comune che gli accagiona d'ogni mal fare. I viceré aveano già posto in opera vari mezzi per comprimere questa genia di vagabondi e di discoli, la cui propagazione è più da temere che lo scandalo stesso delle particolari scelleraggìni. Ma se non mancava alla società l'esempio delle pene, mancava alla giustizia la sicurezza delle forme legali. E perciò non pochi erano stati i richiami sull'esercizio dell'autorità chiamata economica: alla quale i saggi legislatori segnarono sempre certi confini, e diedero specifiche norme, persuasi che se l'impero della legge è talvolta necessario per far tacere il sentimento della naturai compassione, è del
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