Storia moderna della Sardegna di Giuseppe Manno
98 STORIA 01 SARDEGNA. *
mo del monarca; e che commuovono l'animo meglio assai, che l'aspetto di qualunque magnifico trofeo.
Restauravansi quindi,o per meglio dire,creavansi i seminari vescovili [1763], i quali erano dappertutto o mancanti o inferiori all' uopo. E il buon esito delle trattative perciò conchiuse dal re con la Santa Sede, dava maggior lena al ministro per por mano a quella cosa che maggiormente sfavagli in sul cuore, alla restaurazione cioè e riforma dello Studio jnaggiore della capitale. Quale fosse la condizione di tale Studio nel declinare della signoria spagnuola, già fu altrove per me riferito. Il commercio coll'Italia, la presenza di vescovi e maestrati piemontesi, molti de' quali erano anche per pregio di sapere assai commen-devoli, aveano dopo la mutazione del dominio fatto si, che l'emulazione de' nazionali a parere non da meno restasse più svegliata. E quantunque pochi siano stati in tal tempo quelli che possono esser nominati con laude al cospetto degli stranieri, perchè citarsi non possono che poche di quelle pubbliche scritture le quali dànno vita immortale agli uomini d'ingegno; non devesi tacere che anche senza il soccorso di scuole regolate, trovaronsi in tutto quel periodo di tempo nel clero e nel fóro sardo uomini forniti di gran valore di dottrina; i quali, rispettati dai loro colleghi d'oltremare, furono talmente pregiati dal re, che alle altre ragioni, per le quali nello scegliere i pubblici impiegati stranieri si procedeva assai misuratamente, aggiugne-vasi più volte quella, di non cimentare appetto ad uomini di non lieve portata l'estimazione degli antichi sudditi. Ciò non ostante, sommo era il bisogno di ordinare uno Studio generale, e di aprire a benefizio comune quelle sorgenti d'instruzione, che giovavano allora a poche persone, favoreggiate da felice disposizione di natura o di accidenti.
Ma se era facile il riconoscere tale necessità, non cosi era il ritrovare e il porre in opera i mezzi d'instituire lo Studio novello. Mancava a tal uopo l'edilizio, la dote, la copia de' maestri. Onde non riforma, ma creazione era l'opera che s'intraprendeva: e l'animo vi si ricercava d'un uomo, che misurando in sul principio con giusto metro la forza del proprio volere e quella de-gl' impedimenti che doveano difficoltarlo, avesse, per cosi dire, trionfato degli ostacoli prima ancora rlj combatterli. E tal uo-
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