Storia moderna della Sardegna di Giuseppe Manno
l'ARTE PRIMA. — LIBRO QUARTO. 4 I <
¦stero, un solo esempio non può esser citato di tali concessioni. 'E a nulla valse la considerazione del profitto che il tesoro pubblico ricavava da que1 privilegi ; a nulla il riguardo dovuto a rispettabili clientele; poiché, stabile nel ricercare che all' importanza del beneficio rispondesse quella delle benemerenze, giunse infine ad inspirare talmente in tutti gli animi il sospetto della ripulsa, che più non fuvvi chi si cimentasse alla dimanda.
Sarebbe anche questo il luogo di raunare in un solo punto di vieta i risultamene migliori di quell'amministrazione; ma può bastare a giudicarne quella regola di prospero stato, che mai non falla: l'accrescimento della popolazione. Gli abitanti dell' isola, i qnali nel ruolo scrittone pochi anni prima eccedevano di poco il novero di trecentosessantamila, si trovarono nell' ultimo anno del regno di Carlo Emmanuele eccedere il compaio di quattrocentoventitremila anime. E con questo si ha P argomento migliore per dimostrare, che se la migliorata amministraziome della giustizia e la sanità pubblica meglio carata diminuirono il numero delle annuali perdite, specialmente fra le persone di contado, l'aumento dell' agricoltura e del generale ben essere arriccili anche di novelli frutti la popolazione sarda.
Mancava in quel tempo ai viventi il gran re Carlo Emma-nnele. E mancava lagrimatodagli antichi suoi sudditi, che rammentavano in lui l'eroe di Guastalla, il legislatore de'suoi popoli, il creatore di quella pubblica prosperità, a cui benefizio non avea egli mai tralasciato di applicare il grave e pacato sno senno, e la costanza del suo volere: lagrimato del pari dai sudditi novelli; pe'quali era una cosa, non che veduta da essi, ma non ricordata mai dai maggiori,quella continua, prolungata ed attenta diligenza d'un re, che tanto avtea studiato per conoscere i loro bisogni, tanto per render migliore la loro sorte. Egli fu per noi ciò che furono per altre nazioni più grandi que'principi che diedero il nome alle migliori epoche. Ma egli era tal uomo, che avrebbe potuto ancora dare il suo nome al secolo in cui visse, se la Provvidenza non l'avesse destinato ad uno di que'troni, ne' quali è largo compenso al minor dominio la maggior facilità di esercitare a prò de' popoli i preziosi diritti di gran padre di famiglia.
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