Storia moderna della Sardegna di Giuseppe Manno
[1789-1780] PARTE seconda. — libro PRIMO. 129
liere, venne dalla Spagna, ove era ambasciatore, a governare il ministero interno e gli affari del regno il conte Graneri, uomo di vivace e cólto ingegno, e Borito di tutte quelle virtù auliche che poteano fermare il potere nelle sue mani ; ma disposto ad incaparsi per intolleranza di ostacoli, ed officioso negli amfci e nei congiunti più nella misura d'uomo di mondo che in quella di uomo di stato. Egli conoscea a fondo le cose della Sardegna, dove nella prima bollente sua gioventù avea seduto parecchi anni nel magistrato della reale udienza, stimato e frenato dal Bogino che commisegli con buon frutto gravissimi lavori. Avea egli colà impalmato una dama di egregi spirili, la vedova duchessa di San Pietro del nobile casato dei Manca; onde la Sardegna era per lui paese di giovanili e care rimembranze. Se non che questa stessa alleanza fu a lui cagione di amarezze; perchè la dama mescolando la sua intromessione agli altri impacci del governo, piegò dapprima l'animo del ministro a quei favori chiamati di protezione che gli scemarono confidenza, e lo confermò dappoi in resistenze intempestive che cagionarono al regno gravi perturbamenti.
[1789.] Il novello' ministro, il quale avrebbe potpto ricominciare il Bogino, scelse per primo argomento del primo sup carteggio col viceré la composizione di alcuni privati interessi di un congiunto della moglie, e la distribuzione dei palchetti del teatro di Cagliari I La dama ministrava già fin da quel punto. Il viceré avea con fondato ragioni contrariato la nomina di un coadiutore per una dignità ecclesiastica: il ministro, senza darsi tempo di ponderare quelle ragioni, rimandava incontinente l'affare indietro con la coadiutoria approvata. Peggio che contrariata dal viceré, un'altra coadiutoria era stala ricusata dal ministro scaduto : e il ministro subentrante, senza preparare con alcun artifizio almeno di preliminari l'animo del viceré, gl'inviava speditamente la disdetta. I ringraziamenti erano per la dama ; ma intanto i primi atti del ministro, già male augurati da quell'anno fatale 1789, lo mostravano espugnabile e fiacco se posto a cimento colla muliebre perseveranza.
Se non che richiamavalo il viceré a pensieri meno rischie-voli, trattando con lui i negozi prediletti del miglioramento agrario del paese. La coltivazione del cotone era entrata nelle viste
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