Storia moderna della Sardegna di Giuseppe Manno

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      172 STORIA DI SARDEGNA. [4*793]noni alla Maddalena ed a Longon Sardo. Lo spirito pubblico sopra eccellente.
      E in ciò solo non eravi inganno od illusione; avendo la Sardegna tutta risposto al grido della difesa con tale un' ardenza ed unanimità, che la storia dee tenerne conto sopra ogni altro avvenimento di questa guerra, perchè la gloria cbe ne viene alla nazione è tutta di lei senza mescolamento di fortuna. Da ogni parte del regno giungevano al viceré le generose profferte. E chi offeriva egregie somme in denaio, chi frumento e derrate in gran copia, chi soldati nazionali a cavallo o pedoni armali e sostentati a propria spesa. Ebbevi chi mandò al viceré la nota delle sue sostanze e lo stato del proprio patrimonio con le piò minute indicazioni: difalcasse il viceré quello eh' ei stimava pel sostentamento del proprietario, il rimanente era abbandonato al governo.l Galluresi, fra gli altri, e i popolani del Goceano eransi esibiti a combattere ove piacesse, ed a fornir di viveri i loro combattenti. I baroni pressoché tutti aveano offerto copia grande di uomini armati da trarsi dai loro feudi. I prelati ed il clero, soccorsi abbondevoli in denaio e derrate. In Sassari, in Tempio, in Iglesias, in Alghero con spontanee ob-blazioni di viveri e di denaio formavansi magazzini di viveri per le milizie. Ordinavansi sopra ciò in Alghero quattro centurie di fanti, e due di cavalli, lutti volontari, comandate da alcuni notabili del paese e destinate a far le parti della truppa di ordinanza, ove quella ròcca fosse attaccata dal nimico. Un negoziante cagliaritano, Giuseppe Rapallo, al primo sentore dei pericoli, gittava, non ricercato, nel tesoro regio centomila lire, n' esibiva altrettante alla mano alla prima richiesta, e fondi anche maggiori in sulle piazze di Genova e di Napoli qualora piacesse di colà disporne. L'amore della patria e la devozione al re scaldava ogni petto: e i claustrali anch'essi rinunciavano al poco ma solo loro agio della cella privata, e riducevansi spontanei a più stretta convivenza, offerendo le lóro stanziuole ad alloggio di soldatesche. La sete stessa della privata vendetta, distruggitrice forsennata della sarda popolazione, era spenta in quei giorni; e il viceré annunziava con giubilazione che in mezzo a quella licenza d'armamenti il numero degli omicidii era notevolmente scemato.
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Storia moderna della Sardegna
di Giuseppe Manno
Felice Le Monnier Firenze
1858 pagine 466

   

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