Storia moderna della Sardegna di Giuseppe Manno
158 stobia di sabdegna. [4*793]trovare altra ragione in questa contrarietà di fatti e di doveri, gridavano già all'alto tradimento, e teneano la patria per abbandonata al nimico.1 Ma questo stesso sospetto fu cagione che le cose s'indirizzassero aL meglio. Non era giù un arcano la risposta fatta dal fratello dtl viceré, e dappoi da lui stesso, sul-l'aspettare che faceasi che da parte della nazione venisse il primo grido dell'allarme. E questo grido fu innalzato. Nella mattina del 3 gennaio l'arcivescovo di Cagliari ed il suo capitolo presentavansi al viceré, raccomandandosi a lui perchè fossero condotti a compimento i pensieri di difesa che teneano sospesi tutti gli animi. Offerivano al tempo stesso dodicimila scqdj, e bisognando, tutti gli argenti delle chiese. La nobiltà della- capitale congregavasi nella stessa mattina, ed inviava deputati al viceré con l'esibizione di sostentare a sue spese in quella guerra quattromila soldati nazionali di fanteria, e colla dimanda della permissione viceregia onde poter radunare lo Stamento militare. A questo Stamento era per legge antica conceduta facoltà di riunirsi nei casi di qualche importante avvenimento. E qual maggior importanza che il pericolo di quella guerra? Il viceré adunque non potè ricusare di licenziarli di quella congrega, la quale si apri nel giorno seguente.
Da questo punto la storia nostra prende un colore novello, perchè vi si trova mescolato un altro elemento di consiglio e di azione. Lo Stamento, composto in quella prima adunanza dei soli membri presenti nella capitale,1 pose mente anzi tutto a mettersi a numero, inviando lettere di convocazione al duca
' Le ragioni del sospetto erano così apparenti, che lasciarono traccia durevole nell* animo del popolo. In Sardegna anche oggidì e comune la credenti di quel tradimento. Gli Stamenti nel 1794 fondarono sopra tale opinione molu delle accuse mosse pontro al Balbiano ed al segretario di Stato. Ma non il menomo indizio io potei raccórre di tale imputazione; anzi la lettura di tutte le carte officiali e segrete del tempo portò nell* animo mio la piena convinzione, che il viceré e il Valsecchi e tutti gli altri officiali maggiori erano puri di sì brutta macchia. Come per questo mezzo mi si presentarono palesi gli argomenti dello zelo che il generale La Flechcre e gli altri cui dovea calere di quella difesa, ponevano in ogni opera che la riguardasse. Il viceré, mal consigliato e guastato da quell'indole sua sospettosa e tenace, diede ai fatti quella tristi apparenie, le quali è obbligo mio di ridurre al reale loro valore , prosciogliendo quel vecchio ed onorato cavaliere della taccia di tanta infamia.
1 Erano 38 presenti e 2 rappresentati. In assenza del marchese di La-coni, il marchete di Villariot facea officio di prima voce.
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