Storia moderna della Sardegna di Giuseppe Manno
[1794] PARTE SECONDA. — LIBRO SECONDO. 449
dell'Asinara in Sassari, acciò invitasse tutti i nobili del Logo-doro ad intervenire alle congreghe future, e rendesse loro noto l'oggetto principale dell'assemblea, che si era di far provvisione alla difesa del regno nella imminente invasione. Speravasi intanto sarebbe da tutti approvato quanto erasi già dovuto deliberare affrettatamente in tanta angustia prima di quella chiamata. ^Rinnovava quindi lo Stamento al viceré l'offerta dei quattromila miliziani stipendiati già fattagli nel giorno innanzi; e gli rinnovava pure la dimanda fattagli da varie parti, acciò si trasportassero nell'isola madre le troppe e le artiglierie di Carloforte nell' isoletta di San Pietro, nella quale, perchè incapace a seria resistenza, non conveniva che il nemico trovasse cosi facile preda.
Partivano tosto ambasciatori dello Stamento al viceré i marchesi di Villamarina e di Neonelli e il cavaliere Girolamo Pitzolo, uomo quest'ultimo di spiriti vivaci, intrepido di cuore e parlatore pronto arguto e talvolta baldanzoso, quale si conviene essere ai signoreggianti nelle pubbliche assemblee. Ma il viceré, cui costava il divezzarsi dalle abituali sue negative, e il quale avea già ricusato nei giorni innanzi lo sgombro di Carlo-forte, lo ricusava anche allora, perchè gli stava confìtto in mente un paradosso politico inculcatogli dal fratello, essere alcuni casi nella guerra nei quali bisogna fare per decoro perdite sicure: quasi che siavi decoro nel perdere. Ma non perciò lo Stamento erasi disanimato. Instava adunque con apposito memoriale, che si convocasse nn consiglio di gnerra per deliberare su quell'emergente e sugli altri bisogni della difesa, e ciò senza indugio veruno. Questa perseveranza fu felice, e il viceré piegossi a tenere quel consiglio. Sebbene il partito vintovi all' unanimità intorno allo sgombramene di Carloforte poco abbia giovato per quel soverchio indugio, come oarrerassi fra breve.
Parlavasi pure in quella congrega dello Stamento del bisogno di rinnire nella capitale un nerbo gagliardo di milizie, e richie-devasi il viceré dal suo eonsentimento, acciò potesse lo Stamento tórre a presto per quel dispendio un cospicuo capitale di scudi quarantamila, depositato nella tesoreria per sicurezza di private ragioni delle quali era ancora assai lontana la definizione. Anche a ciò rifiutavasi il viceré: e moveasene lo Stamento a cruc-
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