Storia moderna della Sardegna di Giuseppe Manno
[1794] PARTE SECONDA. — LIBRO SECONDO. 449
Era spettacolo degno di quella buona causa il vedere gli ordini e il servizio di quel campo, composto pressoché tutto di milizie sarde. Guardie accurate, veglie non tradite, tolleranza di ogni disagio che può riceversi da soldatesca non ap-padiglionata, letizie popolaresche come di festa; canti nazionali come di trionfo; e tenuto'il Camnrati come il genio della vittoria, e osservato con riverenza l'esempio di coraggio e di costanza militare dato dai cavalieri e notabili d'Iglesias accorsi colà animosamente;1 e conforto e animatore di tutto il campo un frate domenicano Arrius possente di parole e di mano, soldato, capitano, o sacerdote o amministratore o intendente d'armata, come recava il bisogno. Ed era bello il vedere scoprirsi alla sua voce quelle migliaia di fronti abbronzate, e ripetersi a gran suodo di voci le preci divote da tutto il campo, ed alternarsi colle opere di religione gli esercizi guerreschi. Molte milizie sarde meritarono bene della patria nella invasione francese, e fecero animosamente la guerra; nissuna meglio delle sulcitane la tollerò.
I Francesi stettero alquanti giorni dopo lo sbarco in Sant' Antioco ad ordinarsi a stabile occupazione. Nel giorno 47 vollero tentare un'avvisaglia, sorprendendo il drappello ch'era posto a guardia del ponte di Santa Caterina. Era un drappello di eroi; e la storia dee ricordarne le glorie. Erano sette popolani di Iglesias, i quali, ndito il grido: Francesi Francesi! innalzato da alcune donne che da essi fuggivano, senza punto temere il soperchio di gente che doveano affrontare, lanciaronsi a impeto sui loro cavalli, e colpiti mortalmente alla prima tratta degli schioppetti sette nemici, e vólti cosi in fuga i superstiti, si posero ad inseguirli. Era loro intento di farli cadere sperperatamente e da lungi con quelle loro arcbibugiate che mai non fallano lo scopo, tanto son destri feritori; e allal'opera francese basterebbe a menomarle il credito, se i monumenti incontrastabili dai quali io ho tratto il cepno ora fatto, non mi dessero confidenza a sperare che prevarranno le posate parole di questa storia.
1 I cavalieri Giuseppe Corrias ed Agostino Salasar, il medico Pasella ed Antonio Airaldo erano i capi delle milizie sulcitane : ed essi e molti altri notabili di quella città fecero buone prove di se nei cimenti che son per descrivere.
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