Storia moderna della Sardegna di Giuseppe Manno

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      172 STORIA DI SARDEGNA. [4*793]della resa. Ma a mezzo corso, o che meglio avessero osservalo la condizione delle batterie, o perchè fu loro dato segnale di non avventurarsi da persona amica, volsero repentinamente le prore, seguiti dalle palle loro scagliate dalla piazza. E fu allora che crebbe animo e fortuna ai nostri; talché cessato, come ho detto, alle due pomeridiane il fuoco delle navi, quello delle batterie sarde avvivossi con tal gagliardia, che le navi più vicine ebbero danni ragguardevoli, e corsero alcune pericolo di essere incendiale; e fra le altre quella del Truguet, presa a bersaglio di trenta e più palle arroventate, fu vista tentennare e dar segnali d'infortunio infìno a che, venutele intorno molte lance, potè trarsi al largo fuori d'impaccio.
      Mentre le lance moveano incontro alla piazza, le soldatesche, alle quali non era stata data opportunità di misurarsi coi nemici, scendevano anch' esse dal castello alla parte inferiore della città. Erano i granatieri del reggimento di Piemonte e di Schmid, e con essi moveasì pure un grosso drappello di miliziani, comandati dal marchese di Neonelli e dal Pitzolo. Fa però zelo e coraggio infruttuoso, perchè le lance, come ho detto, retrocedettero, e le soldatesche, non che combattere, neppur le videro, chiuse com' erano nel sobborgo della marina. Ciò però che fu accidente di fortuna per niente scema il merito acquistato in quei giorni terribili dai corpi di ordinanza ; perchè, oltre all'interiore servizio della piazza, anche-le guardie nei luoghi più rischiosi furono dalla trnppa sostenute con un'intrepidezza ed uno zelo degno di encomio. Come intrepidamente parteciparono esse dappoi ai lavori ed ai pericoli del campo di Gliuc. Solo si dee notare come imprudente e leggiero consiglio l'aver il viceré voluto dare a quella dimostrazione di cui parliamo un'importanza che non ebbe, onorando come fazione guerresca gloriosa una marcia da un punto all' altro della città, e permettendo che il gazzettino ebdomadario di Sardegna (che scrivevasi dall'avvocato Sartoris, applicato a quella segreteria di Stato) riferisse a precise note che le lance erano state respinte da quelle due granatiere. Alcuni risero, la maggior parte mormorarono di quella menzogna, specialmente perchè parea diretta a magnificare le sole truppe straniere. Anzi la deputazione dello Slamento faceva energiche rimo-
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Storia moderna della Sardegna
di Giuseppe Manno
Felice Le Monnier Firenze
1858 pagine 466

   

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