Storia moderna della Sardegna di Giuseppe Manno

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      [1793, PARTE SECONDA.— LIBRO SECONDO. 181
      quanta francesi. Peri un sol nomo e un solo cavallo dei Sardi. Dieci Francesi caddero uccisi.
      ¦ Intanto, come si moltiplicavano le difficoltà nel campo dei Sardi, rendeasi sempre più facile il nuovo successo cbe i nemici ottennero nel seguente giorno quattordici r perchè il fuoco terribile delle bombardiere, soverchiante i duemila colpi, fece più sgombera che per lo innanzi quella spiaggia di Quarto; sulla quale perciò potè discendere tanta mano d'armati, da far sommare quel campo, a cinquemila soldati o in quel torno.
      Nello stesso giorno 14 dalle ore otto del mattino la nave dell'ammiraglio, posta a fronte della torre di Calamosca, la bersagliava a tutto potere ed a breve distanza. Altre due navi traevano controal littorale del lazzaretto ed al forte dettodi Sant'Ignazio eretto sul colle di Sant'Elia. E l'una e le altre ricevevano dagli artiglieri sardi tremende risposte, sebbene inferiori a quello che avrebbero potuto essere, se il Governo avesse colà collocato artiglierie di maggior calibro, ed un forno per arroventare le palle. La torre pertanto, travagliata da quel cannoneggiamento anche nei due giorni successivi, tenne saldo in grazia al buon fondo di rocce sul quale è edificata, non isca-vato abbastanza dai nimici per potervi aprir breccia nel piano inferiore; ma i difensori, già perdutisi d'animo un momento al vedere smantellate le opere superiori, non altro poterono fare cbe dar segno tratto tratto di tenace resistenza traendo contro alle navi con cannoni di corta gittata, dappoiché al solo che avrebbe aggiunto lo scopo era stata fracassata la bocca fin dal secondo giorno dell' attacco.
      Ebbero anche quei difensori il conforto di vedersi assistiti dai capi delle milizie nazionali, ch'erano accampati nella sottoposta pianura, esposti quasi senza riparo a quella tempesta di proietti che cadeva sopra di.essi. Il Pitzolo fra gli altri, visto che nella prima mattina dell'attacco cinque scialuppe indi-rizzavansi al luogo chiamato Is mesas sotto alla torre già coperta di rovine, accorse subito con una centuria dei suoi, e rinfrancato il brave alcaide di quella torre Monteleone (il quale, rimaso finalmente solo fra i difensori per lo sbigottimento prodotto da quello sfasciarsi della torre, avea tratto da disperalo l'ultimo colpo contro a quelle scialuppe), non solamenteStoria di Sardegna.
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Storia moderna della Sardegna
di Giuseppe Manno
Felice Le Monnier Firenze
1858 pagine 466

   

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