Storia moderna della Sardegna di Giuseppe Manno
172 STORIA DI SARDEGNA. [4*793]una popolazione smarrita. In questo fare, il notaio Antonio Pisano di Bari uffiziale delle milizie, riunitosi ad alcuni cittadini cagliaritani e a pochi popolani di Quarto e dei luoghi confinanti, fermossi intrepido in quel forte, e risoluto a tutti i rischi della sua intrapresa, appiccò il fuoco ai quattro cannoni cbe vi si trovavano; giudicando che oltre allo sfolgorare le prime schiere, delle quali vedeansi fra quelle alte siepaglie luccicare da presso le baionette, otterrebbesi ancora di porre nell'animo dei nimici il sospetto, che dove era ardimento di decisa resistenza, fosse pure copia di mezzi. Il coraggio e la finezza del consiglio di questo prode trionfarono : e i Francesi, meravigliali di quel fuoco, e stimandolo preludio di più gagliarde dimostrazioni, voltarono faccia e ricalcarono la via delle loro trincera. Fu solo a deplorare pel Governo, infelice ancora nella distribuzione delle ricompense, cbe, essendo toccata tanta gloria al Pisano in quel fatto, siagli restata la gloria sola.
L'altra colonna nemica ebbe sorte egualmente contraria, ma assai più sinistra. Erasi inoltrata fin presso a Sant'Elia: ma alle radici di quel colle vegliava un capitano più imperterrito di quello che aveva campeggiato con tanta mobilità io Quarto. E ho detto male, capitano. Era un avvocato che avea impugnato a uso di guerra la spada portata fin allora da Ini per ornamento di abito cittadinesco ; che non aveva nella mente alcuna dottrina strategica apparata dallo studio, ma avea nel-l'animo una coscienza indefinita di ciò che potrebbe anche improvvisamente operare messo al cimento, e nel cuore uno zelo ardente della patria gloria.1 Il cavaliere Pitzolo era stato in tempo avvisato di quel movimento dei nemici cbe sommavano a tremila soldati bene armati; ed avea sentito con indegnazione che le prime milizie vedute dappresso da quella colonna si fossero vergognosamente sbandate per quello spaventoso rombo dei cannoni, gittandosi sulle vette del monte Orpino, dove le
4 Ho letto con piacere nelle carte officiali del tempo una lettera del generale La Flechère al barone Saint-Amour , scritta nello stesso giorno 15 febbraio , nella quale suggerendogli df intendersi col Pitaolo per le bisogne occorrenti di quella difesa, soggiungeva con parole degne di considerazione in un giudice di guerra competente e non appassionato : Le chevalier Pitzolo est admirable tout-à-fait par son intelligence et activitJ, comme par ses res-sottrces et sa fermetè.
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