Storia moderna della Sardegna di Giuseppe Manno
[l'i93] PARTE seconda. — libro secondo. 489
giacché, se i Francesi avessero soverchiato quell' argine del suo campo, non aveasi altro partito che di subitanea resa, nello stato in cui trovavansi i baluardi verso terra, sprovveduti affatto di artiglieria.
Il fuoco intanto delle navi, che battevano la torre di Cala-mosca e il forte di Sant' Elia, erasi sempre continuato. Durante il quale, e mentre tentavasi dai Francesi la fazione ora narrata, alcnne lance spiccatesi da quelle navi imprendevano uno sbarco nella cala stessa della Spiaggiuola, già da me nominata come luogo altra volta ricercato per una discesa. Ma bastò a dar loro impedimento l'intrepidezza deH'alcaide Monteleone, non perdutosi d'animo in quel nuovo pensiero di difesa, e l'ausilio prontamente dato, in prima da Antonio Maria Pala d'Alghero accorso al luogo minacciato con una compagnia di miliziani da Ini comandata, e dappoi dal visconte di Flumini e dal cavaliere Guiso, i quali erano a campo in quelle pianare del lazzaretto, ed esercitarono animosamente in tutti quei giorni il loro ufficio di capitani solleciti ed avveduti. La qnal cosa, nnita alla notizia del disastro di terra, se non ispense, scemò di molto la fiducia dei Francesi di poter costringere alla resa i pochi difensori delle due fortezze.
Continuossi eziandio infino a mezzodì del giórno 46 il fuoco delle navi che batteano la città, e al di là di qnell' ora il cannoneggiamento delle batterie di essa, le quali, per mezzo specialmente delle palle arroventate, recarono gran danno ai nemici. Anzi erasi ancora colà tentato in quei giorni di spedire scialuppe cariche d'armati inverso il porto per operarvi qualche sorpresa. Ma i cannoni della darsena caricati a scaglia le costrinsero a retrocedere. Alla notte quindi, che fu cheta per rumori guerreschi, succedette giorno fortunoso. Allo spuntare di quel giorno 47, erasi grado a grado rafforzato un gruppo di vento che soffiava d'inverso levante e scirocco, vento tempestosissimo in quei mari. A malgrado di ciò, o perchè l'impeto del vento l'avesse spinta a mutar luogo, una grossa nave di linea da ottanta col nome di Leopardo erasi posta rimpetto al baluardo di Sant'Agostino, dal quale e dalle batterie del molo cominciossi tosto a trarre contro di lei e a danneggiarla in varie parti. Rispose dapprima il vascello con pronte fiancate;
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