Storia moderna della Sardegna di Giuseppe Manno

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      [l'i93] PARTE seconda. — libro secondo. 489
      il faoco, qoasi a letizia di avere nell'avvenuto disastro ottenuto almeno che ai Sardi, derisi forse da essi per tanta dabbenaggine, restasse solamente Io spettacolo e il fumo di quel mostruoso falò. Ma i Sardi e i Piemontesi stessi, non iniziati nelle ascose ragiohi del fatto, fremevano a quella vista; e vieppiù, allorché si rispondeva loro non esser prudente 1* irritare maggiormente Truguet, quasi che non fossero stati bastevoli sintomi del più alto irritamento le quarantamila palle e le cinquecento bombe lanciate da lui nei giorni innanzi. Freme-vasi soprattutto contro al segretario di Stato ed al fratello del viceré. Ed è da notare che, durato per due giorni il fuoco finché consumossi tutto il combustibile galleggiante, rimase poi colà smorzato lo scaffo di vastissima mole, foderato tntto di rame e ricco di copiose ferramenta di gran valore. I pescatori sardi aveano già incominciato a distaccarne qualche pezzo. Il Governo lo tolse loro, non iferchè avesse in animo di farne egli il suo prò, come aveane ragione, ma perchè pareagli sagra quella carena; onde a stento potè ottenersi che fosse a quei pescatori corrisposta la mercede dei giorni di lavoro spesivi. Rimase la carena coperta d'acqua, e*si formò dappoi in quel luogo una secca.
      Ritornando ora io alla narrazione, donde mi svolse il cenno compito che ho dovuto dare di quella officiosità usata ai nemici, dirò che in soli' annottare del giorno 47 crebbe impetuosissimo il vento; e gonfiossi il fiotto in modo spaventevole, e scoscendendo ancora il cielo per pioggia dirotta e per spessi tuoni, le navi fortunavano da ogni banda. Ne restarono specialmente malconce quelle che aveano giltato l'àncora nel golfo di Quarto, stazione poco fida, nella quale la bufera sferrò e gittò sul litorale due tartane, una polacca e trenta scialuppe, ed obbligò le fregate bombardiere a mozzare i loro alberi, e sbattè orrendamente tutte le navi da guerra e da carico. Onde fuvvi pel Governo aiuto di nuove artiglierie ritrovate in quei legni, e pei popolani bottino copioso e ricchissimo. Eravi fra le altre cose una cassa con un milione di lire in assegnati, cbe andarono dispersi nelle mani di chi, non conoscendoli, ne prendea giuoco, e furono raccolti quindi da qualche trafficante per poca moneta. E maggiore aiuto sarebbesi anche tratto da quel fortu-
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Storia moderna della Sardegna
di Giuseppe Manno
Felice Le Monnier Firenze
1858 pagine 466

   

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