Storia moderna della Sardegna di Giuseppe Manno
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STOBIA DI SARDEGNA.
[4793]le palle. Queste, al far del giorno 24, solcavano l'aria infiammate, e ponevano la nave principale a tal periglio, che fi , d'uopo trarla entro a piccola cala, con l'intento di abbassarne alcuni cannoni ; sebbene il corpo della nave restasse anche colà esposto a quella tempesta infocata cbe gli pioveva ingessai} temente addosso. Onde alla fine il capitano, presi gli ordini del Cesari, stimò partito prudente il non lasciarsi incendiare, e si ritrasse fuori del cimento nell' isoletta chiamata Caprera, dopo essersi nel tragitto assaggiato anche colle mezze galere sarde, ancorate fra quelle rocce.
Nel giorno successivo altro non si fece da una parte e dall' altra che trar palle e bombe. Sessanta furono le bombe che la mano fatale di Bonaparte lanciava in quel giorno, e le bombe cadevano ove egli le inviava a ruinare gli edifizi principali del luogo. Una di queste bombe, che aveva forato la volta della chiesa parrocchiale, fermossi al piede dell'altare senza scoppiare; e serbossi poscia per molti anni quel proietto entro alla stessa chiesa. Ma i Sardi persistettero ostinati nella difesa e nel danneggiare gravemente gli aggressori; e tal ne fu l'impressione nell'equipaggio del navilio, che nel mattino stesso del ebbevi ammutinamento per veleggiare incontanente verso la Corsica, abbandonando cosi in Santo Stefano i loro compagni d'arme. Cesari riusci a mala pena a far loro comprendere l'infamia di quell'abbandono: onde si risolvette poscia ogni cosa con ordinare che la corvetta s'accostasse dapprima aquel-l'isoletta per rimbarcarvi le soldatesche.
Ad affrettare tal imbarco contribuì ancora l'essersi avveduti i Gallo-Còrsi, che, disposta ogni cosa nel littorale dell'isola madre per operare uno sbarco in Santo Stefano, le mezze galere e le galeotte navigavano già a quella volta con quattrocento scelti popolani animatissimi all'impresa. Precipitandosi perciò gl'indugi, lasciavano nell'isoletta il mortaio e quattro cannoni, con molte altre bagaglio di guerra e con quattordici prigionieri-E ciò a gran dispetto di Bonaparte, il quale opponeasi alla partenza, perchè credea alla possanza delle sue artiglierie e del suo colpo d'occhio. Egli era ontato per quel!' órdine datogli dal Cesari, ma sottomesso alla disciplina abbandonava la sua batteria. Non seppe però tenersi dal fare qualche osservazione alloDigitized by
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