Storia moderna della Sardegna di Giuseppe Manno
[1793] PARTE SECONDA. — LIBRO TERZO. S1 1
erano giudicati per nazione buona e valente. Erane perciò festeggio in Torino, e solenne rendimento di grazie a Dio:1 e le parole cbe si adoperavano per far conoscere al viceré e alla Sardegna il gradimento provatone erano ragguagliate, più cbe alla misurata severità delle forme cancelleresche, alla letizia che si sentiva in cuore per quella inaspettata liberazione. Anche in Italia parea di buon auspicio per gli altri Stati la vittoria dei Sardi; ed il Papa moveasene ad indirizzar loro un breve, commendandoli per fede e per valore, e proponendoli per esemplare glorioso all'imitazione altrui.*
Già il re, al primo annunzio avuto della parte presa dallo Stamento militare in quella difesa, avea sollecitamente approvato la licenza datagli dal viceré per le sue adunanze, e lodato i provvedimenti coi quali queir assemblea erasi aperta.' Venuto poi il termine della guerra, e il tempo di ridurre a forma precisa quella benignità di espressioni usata nel carteggio ministeriale, nella quale tutti trovavano fiducia di favori per la nazione, e ciascuno un grado di fiducia a modo suo, il re scriveva al balio Balbiano, rendesse pur noto a tutti i sudditi che l'intento suo si era di proteggere l'eseguimento di quelle opere e di quegli stabilimenti che diretti al vantaggio del regno mirassero pure ad accrescere la felicità dei regnicoli.* Al tempo stesso si annunziavano alcune ricompense concedute alle persone che eransi tenute per le più meritevoli fra le tante che avevano cooperato a quella difesa.
Donde dovea muovere il contento della nazione, venne a lei il principio dei turbamenti. Già il negozio delle ricompense
< Vedi Parlata dell' abate G. £. Marni, predicatore alla R. corte di Torno f anno MDCCXCtIInel dì di pasqua pel solenne Te Deum ordinato per la liberazione della Sardegna. Per Saverio Fontana. Intervenne a questa solennità con gli altri magistrati il supremo Consiglio del regno di Sardegna, al quale, come non solito assistere a tali solennità, avea il re destinato il luogo di sedere nella chiesa metropolitana in faccia all'aitar maggiore dalla parte del Yangelo.
* Nel Breve di Pio VI, del 31 agosto 1793, si legge fra le altre cose: Cam omnibus regni incolis enixissime gratulamur de egregia comparata sardo nomini regnoque munquam intermorihtra gloria.... et ob retenta m regi patria legibusque debitam Jidem.... clarissimis virtutis indiciis palam omnibus factam oc propositam ad omnium imitationem.
' Regio biglietto, 5 febbraio 1793.
' Parole testuali del regio biglietto, 10 mario 1793.
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