Storia moderna della Sardegna di Giuseppe Manno
[1793] PARTE SECONDA.-LIBRO TERZO. 203
lamento, e di perdere quella del parlamento per non discoprir-segli discordante dal ministro.
E questo fu il partito al quale egli si appigliò, chiedendo al ministro direzione in tale suo imbarazzo. Ma prima che cominci a snodarsi questo groppo, mi conviene di riprendere la narrazione dal punto in cui il viceré, libero dai pensieri della guerra, ricominciò con più franca esposizione dei propri pensieri il suo carteggio politico col ministro.
Non può concepirsi un più repentino trapassamento dalle lodi al biasimo. Le offerte generose che aveano allargato il cuore al viceré nel primo annunzio della guerra, eransi ridotte, dicea egli poscia, al niente. Gli armati che doveano comparire a conto dell'uno o dell'altro magnate, erano rimasi nelle loro case. Lo Stamento, colla sua esibizione di quattromila fanti da lui pagali, avea portato un discapito notabile alle finanze, perchè l'alto soldo da lui stabilito per questo servizio aveva obbligato il Governo ad assegnare stipendio più largo del comportevole alle milizie. L' animo era stato grande a rischio lontano: all'avvicinarsi, alcuni si ascondevano, altri s'allontanavano, tutti ob-bliavano le fatte promesse. Era più da tener conto del popolo : ma anche il popolo non, avea fatto buona prova messo al cospetto delle bocche da fuoco, e all'uopo migliore erasi sbandato. Fortuna grande ch'egli viceré'ebbe l'inspirazione delle sue batterie rasenti. Queste sole e le palle arroventate aveano salvato la Corona; che male sarebbesi difesa, se commessa ad un popolo senza disciplina, fatto più al bottino che ai combattimenti.
Pare incredibile che a pochi giorni di data gli eroi, i zelanti, i generosi, gli uomini necessari, i devoti, esaltati con maniera tanto enfatica negli spacci accademici del Valsecchi, si potessero trasformare in codardi, mancatori di fede e pregiudiziali alla causa stessa cui servivano. Io non vo' negare che sianvi stati esempi di attender corto in larghe promessioni. L'ho già accennato in altro luogo; ed ho pur accennalo della trepidazione cagionata nei nostri montanari dallo scoppio delle artiglierie. Ma poteasi perciò obbliare il campo sulcitano co' suoi sette prodi? e la pioggia di fuoco durata per tanti dì dai nostri miliziani, e può dirsi a capo scoperto, nelle pianure di Gliuc?
Storia di Sardegna. *8
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