Storia moderna della Sardegna di Giuseppe Manno

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      172 STORIA DI SARDEGNA. [4*793]e il servizio improvvisato degli artiglieri? e il fulminare che essi faceano il nemico dietro a quel poco fango foggiato a maniera di baluardi? e la notte del 15 febbraio, e l'abilità ed ardenza bellica dei Galluresi nel lido settentrionale? Poteasi cosi presto cancellare la memoria delle grandiose somme offerte e pagate dal clero e da tanti altri benemeriti cittadini, i nomi dei quali avea lo stesso viceré ordinato si pubblicassero colla stampa? Io non intendo invero come, per apprestarsi a combattere contro alle idee che germinavano già nel cuor di tutti per migliorar la condizione universale del paese, siasi potuto usare un mezzo cosi screditato, quale si è quello della ricantazione.
      Pure, mentre non vedea più il passato qual era stato, vedea già il viceré l'avvenire qual dovea essere. Egli ritornava sol suo antico argomento degl'impieghi smodatamente distribuiti ai Piemontesi, e proponeva, mezzo unico a calmar l'inquietezza della nazione, il riserbare ai soli nativi i posti inferiori. Di tanto esser contenti i regnicoli. Per le cariche maggiori esser anch'essi sincerati, che dalle sole province continentali erano datrarsene i ministri. Se non che già fin d'allora il Graneri dissentiva altamente da qualunque concessione determinata in questo proposito. Avea perciò scritto di sua mano al margine dello spaccio in cui si riprendeva tale discorso quest' annotazione di condanna : Solite ripetizioni. Ammetteva solamente qualche larghezza di favori in quella condizione di cose, ma larghezza libera e staccata dall' avvenire.
      Intanto lo Stamento ecclesiastico avea anch' egli fin dal 18 marzo ricominciato le sue congreghe con una festinanza di proposizioni, la quale meglio che da lui sarebbesi potuta aspettare dall' ordine dei militari. Ma nel clero era allora non tanto ricercata come inevitabile la voce d'un uomo ch'era pervenuto ad essere autorevole, solo perchè erasi confidato di esserlo. Don Pietro Sisternes, canonico della chiesa di Cagliari, avea quella dose d'ingegno che basta a parlare copiosamente; avea quel molto studio d'arte che giova a dare alle parole udite quella gravità o quel lenocinlo che le parole scritte hanno per sola propria virtù. Bello della persona, abituato per esser nato gentiluomo e per uso di mondo alla maggiore squisitezza di forme cortigianesche, egli insinuavasi destramente nell'animo deiDigitized by


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Storia moderna della Sardegna
di Giuseppe Manno
Felice Le Monnier Firenze
1858 pagine 466

   

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