Storia moderna della Sardegna di Giuseppe Manno
[1793] PARTE SECONDA. — LIBRO TERZO. S1 1
grandi : e al tempo stesso letlace dei suoi propositi e disputatore imperterrito, egli imponeva al volgo. Avea perfino imposto a se stesso, tenendosi per valente uomo di stato, di quelli stampati dalla natura per moderare i destini delle nazioni: bastava nullameno alla sua autorità cbe gli altri lo stimassero per quello eh' era veramente, vale a dire per uomo di libero parlare e di operare animoso e sollecito. Nelle prime tornate del suo stamento avea egli ragionato di guerra, argomento che poco quadrava ad un'assemblea di preti, ma che era allora pensiero universale pel temuto ritorno di altra flotta nemica. Avea parlato della convenienza di scerre deputati da ogni stamento, che sminuzzolassero le materie da trattarsi quindi solennemente nelle adunanze. Quindi della necessità di invitare lo Stamento reale a congregarsi anch' esso, onde rendere compiuto il parlamento. Erasi soprattutto fermato a far piegare i suoi colleghi al desiderio di una deputazione dei tre Stamenti, la quale recandosi in Torino facesse omaggio al re dei ringraziamenti della nazione per le benigne sue promesse, e dei voti del parlamento nello speralo miglioramento delle cose pubbliche.
Lo stesso Sistemes, messaggero del suo Stamento, comunicava tale proposizione col militare. Questo erasi fin allora studiato di proporre provvedimenti di maggior difesa della capitale e dell'isola pel caso di novella invasione; ed avea agitato vari progetti per acquisto d'artiglierie e per formazione di nuovi ridotti lunghesso i due lidi degli stagni di Cagliari e di Quarto, e sulle vette del Monte Orpino e di San Michele, dominanti la rócca. Ma di oggetti politici non altro eragli venuto in pensiero, se non che di confermare ai due reggenti chiamati di cappa e spada e di toga, che sedeano nel supremo consiglio di Sardegna in Torino, l'incarico di rassegnare personalmente a roani del re gli atti delle loro assemblee. Nella qual cosa, se aveano seguitato per una presentazione alla spicciolata lo stile antico usato coi sovrani spagnuoli per la trasmessione degli atti compiuti delle corti,1 aveano però fatto si che il ministro Graneri ne aombrasse, come d'intromessione fra lui e il re di per-
1 L' uso fu costante nella trasmessione, vario nel numero delle persone scaricatene. Al re Alfonso nel 1448 si spedirono due messaggeri : tre nelle corti ad conte d' Elda , e persino nove nel 1542. Vedi Dexart dopo il proemio.
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