Storia moderna della Sardegna di Giuseppe Manno
[1793] PARTE SECONDA. — LIBRO TKRZO. s09
dato molto appicco a poterle combattere nella sostanza delle cose, la forma sola usata con lo Slamento militare era già un rinfrescamelo di sdegno. Quelle spiegazioni erano state scritte dal segretario di Stato con uno stile spartano e perentorio: e (ciò che palesa una bile non dissimulata) quelle che al tempo stesso indirizzavansi sulla medesima materia all'ordine ecclesiastico apparivano meno misteriose in alcuni punti, ed erano oltre a ciò immelate ed abbellite con tutte le formolo della buona creanza cancelleresca. Questa differenza di trattamento accalorava vieppiù i militari : onde in una nuova rimostranza fatta da essi al viceré, le parole diventavano sempre più acerbe, e le lamentanze sfogavansi nel tono delle accuse. Il viceré, dicea-si, non ha più confidenza in noi per difendere la patria. Ha e chi la difese? non certamente le truppe d'ordinanza,che piene di buona volontà tennersi dal viceré chiuse nella ròcca. Furono i nazionali che bastarono da se stessi all' uopo. E si taccia pure sopra le tante contrarietà che questi soldati novizi ebbero a sopportare pel poco conto tenutone. Ma come tacere del grave carico che si assume da chi vuol operare in quelle materie senza lo Stamento ? Certamente questo non vuol entrar risponditore di ciò che si farà. Intanto o per dire la verità o per temperarne l'acerbità, non al viceré attribuivano quelle contrarietà, ma a consiglieri occnlti, ignari delle faccende sarde e zizza-niosi, creduti cagione di ogni male. Si diradichi aduqque questa mala erba, prenda il viceré consulte migliori, e la.fiducia ricondurrà la calma. Cosi eglino.
E qui è conveniente che io faccia conoscere ai miei leggitori un altro attore politico, che molto infiui per la tempera del suo ingegno a rendere frequenti e inestricabili le disputa-zioni di tal fatta. Il cavaliere Domenico Simon membro dello Stamento militare, sopra all' avere l'ingegno acuto, il ragionamento ordinato e facile la composizione, avea tale dottrina delle leggi e costumanzejantiche della Sardegna che egli era divenato il dottore politico dell'assemblea. Non dirò ch'ei contrappcsasse l'autorità del Pitzolo, del Neonelli, dell'Asquer. L'autorità sua componeasi anche di quella di essi, dacché, insinuatosi finalmente nel loro animo, avea modo di volgerli ai suoi divisamenti. Più facile entratura avea col marchese di Laconi,
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