Storia moderna della Sardegna di Giuseppe Manno
172 STORIA DI SARDEGNA. [4*793]lo Stamento ecclesiastico fermavasi dapprima ad opinione diversa. Non le corti decennali, dicea l'arcivescovo di Cagliari a nome del clero, saranno il rimedio salutare al mali del paese, se convocberannosi secondo le antiche consuetudini. Le corti hanno un presidente destinato dai re, e i decreti dati da lai difficilmente cancellansi dal sovrano nella disamina definitiva degli atti del parlamento. Le corti sono dispendiosissime, ed è follia il largheggiare nell' inopia. Il periodo stesso della convocazione è troppo largo, se voglionsi divellere gli abusi sempre rinascenti. Perchè non contentarsi che gli Stamenti stessi, i quali in ogni triennio si congregano a rinnovare l'offerta dei tributi, pongansi allora a studiare i bisogni del tempo, e rinnovino al re in più breve intervallo le loro preghiere ? Ma, come si vedrà fra breve, la dimanda delle corti era dappoi consentita anche dagli ecclesiastici.
Nel mentre che queste elevate quistioni si agitavano, conveniva sempre più il parlamento nel pensiero d'inviare a Torino una sua deputazione, la quale rassegnasse al sovrano quelle dimande che il parlamento stesso avrebbe giudicato più accomodate. Già il viceré ne avea avuto sentóre al primo aprirsi delle conferenze ; e ne scriveva al ministro in cifra come di cosa delicata. Parlavagli anche della scelta, ch'egli prevedea fosse per cadere sul Pitzolo e sul SiSternes. Io ho più volte lodato Pitzolo, scrivea egli, come uomo che ha renduto i più importanti servigi nella guerra : ma ora la bisogna è cambiata, ed
10 temo la sua tempera imperiosa ed ardente. Ho ben procurato di trarlo a me con soavi maniere, ma non ispero esservi riuscito. Intanto io vado osservandolo gelosamente, perchè non v'ba uomo più fecondo a formar progetti o più autorevole a farli abbracciare.
Non indugiava infatti l'ordine militare a mettere ad effetto
11 suo divisamente, procedendo nella tornata del 7 maggio alla scelta dei suoi deputati. Ma prima che si ponesse il partito dell' elezione vinceasene un altro, ed era che gli eletti presterebbero giuramento di non chiedere né accettare beneficenza diammise il braccio reale o corpo dei comuni. Il dizionario dell' Accademia spa-gnuoia negli articoli Cortes e Cortes en Catalana contiene una spiegazione larga ed accuratissima della composizione di quel parlamento e della natura sua politica.
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