Storia moderna della Sardegna di Giuseppe Manno

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      [1794] PARTE SECONDA. — LIBRO TERZO. 213
      sorta veruna dal Governo, durante la loro missione, e infino a che lo Slamento avesse approvato la loro condotta. E ciò, non perchè fosse per cadere in animo a veruno, che, consenziente il re, si potesse alcun ministro abbassare all' uso di questo mezzo, ma perchè in cosi delicata materia tornavano sempre opportune anche le precauzioni non necessarie. Raccolte dappoi le schede, comparivano eletti con grande maggioranza di suffragi i due più abili oratori dello stamento Pitzolo e Simon.
      Dopo pochi di anche l'ordine degli ecclesiastici nominava in egual maniera i suoi due deputati, i quali erano il vescovo d'j^es Aymerich di Laconi, e il canonico Sisternes. La nomina di quest' ultimo ere però tosto, e fu poi per lungo tempo, fieramente contrastata da coloro, i quali stimavano dovessero le scelte dei deputati ecclesiastici ripartirsi, coni'erasi fatto pei militari, fra due persone appartenenti l'una alle province meridionali e l'altra alle settentrionali dell'isola; con la quale ripartizione rimaneva escluso il Sisternes, eletto in secondo luogo. E ciò non bastando, giungeasi ancora ad intaccare la validità di tutti gli atti dello Stamento, convocato solamente per provvedere alla difesa della patria, e trascorso già a provvedimenti di ben altra natura. Cosi diceano specialmente il vescovo d'Am-purias, e il canonico Gianbattista Simon; il quale, fratello del deputato militare, e procuratore dell'altro suo fratello Gian Francesco abate di Salvenero, ma più dissimile che inferiore ad essi nelle virtù intellettuali, non per altro motivo volea canr celiare l'elezione del Sisternes, se nou perchè sperava che il novello squittinio riuscirebbe alla nomina del medesimo abate suo fratello. Finalmente anche lo Stamento reale nominava a suoi deputati il cavaliere Antonio Sircana di Sassari, e l'avvocato Mattana di Cagliari, al quale poscia era surrogato l'avvocato Ramasso.
      Era stato più difficile il convenire nelle dimando eh' eglino doveano rassegnare al re. Erano cinqne: ricominciarsi la chiamata decennale delle corti interrotta da un secolo; riconfermarsi gli antichi privilegi del regno; conferirsi ai soli nazionali gl'impieghi tutti civili e militari della Sardegna, escluso il solo viceré che potrebbe esser non nazionale, e lo stesso delle mitre; crearsi un ministero speciale per gli affari del regno in Torino;
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Storia moderna della Sardegna
di Giuseppe Manno
Felice Le Monnier Firenze
1858 pagine 466

   

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