Storia moderna della Sardegna di Giuseppe Manno
[1793] PARTE SECONDA. — LIBRO TERZO. S1 1
pensiero l'insorgere violento e indomabile) di alcuni vassalli fendali contro ai loro signori. Curavansi come male; doveano anche stndiarsi come sintomi di peggio.
Trovavansi le cose in questa condizione, allorché il re ritornava dal quartiere di Tenda. Egli accoglieva con la benignità che gli era propria i deputati, e ricevea dalle loro mani il memoriale da essi compilato; monumento di troppo dispari a tanto tema. Era stato scritto dal Sisternes eon parole inette, frasi scure e periodi esterrainati. I commissari torinesi avrebbero certamente preso meschina idea della deputazione, senza il ragionamento che accompagnava la stessa dimanda, il quale dettato dal Simon avea tutti i numeri corrispondenti alla sua importanza. Il memoriale mettevasi quindi senza indugio sotto gli occhi del congresso già destinato a darne consulta.
[4794.] Il congresso, composto di personaggi ragguardevolissimi,* esaminava consideratamente quelle dimande, e fer-tnavasi sopra ciascuna di esse a partiti mezzani. Le corti pa-reangli dispendiose, di troppo lunga durata e lungo intervallo, com'erano sembrate dapprima allo Stamento ecclesiastico; e sopra ciò poco gradite ai popolani delle ville, chiamati a sopportare il maggior peso dei pubblici dispendi, e non rappresentati in esse che dai signori feudali, pei quali era certamente officio contraddicente il rappresentare i loro vassalli, se doveano al tempo medesimo rappresentare se stessi. Se gli Stamenti non hanno altro scopo che di trattarsi nelle Corti affari di pubblico bene, perchè non trattarli eglino stessi con minore solennità, ma con maggiore speditezza e profitto? Cadeva in acconcio, diceasi, la rimostranza aggiunta dai deputati contro allo scioglimento'degli Stamenti, e quella che lo Stamento militare avea presentato al viceré lagnandosi- di queir interrompimento delle sue congreghe. Risolvevasi pertanto la consulta in quest' articolo, lasciando non conceduta
' Presedeva il cardinale Costa d' Arignano arcivescovo di Torino. Erano membri il conte Masino già viceré di Sardegna, il primo presidente conte Peiretti di Condove, il marchese Della Valle presidente del supremo Consiglio del regno, il conte Avogadro presidente nel senato di Piemonte, il presidente Carle-varis di San Damiano uditore generale di guerra, e il conte Cerruti avvocato fiscal regio nel supremo Consiglio, coli' incarico di relatore.
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