Storia moderna della Sardegna di Giuseppe Manno
172 storia di sardegna. [4*793]non negata la celebrazione delle Corti in avvenire, e consigliando di riaprirsi dal re gli Stamenti cbe per ordine suo eransi già chiusi poco tempo innanzi.
Dei privilegi ragiona vasi con minor titubanza. Perchè voler confermare indistintamente tutte quelle antiche leggi, nel mentre che proponeansi appunto le Corti per introdurre in pressoché tutti i rami di amministrazione un' ampia riforma? Si usi adunque il metodo spagnuolo della conferma condizionata pei privilegi che trovansi in uso e non sono contrari al pubblico bene, e si prometta di considerar gli altri allorché sieno specialmente proposti.
Il privilegio degl'impieghi e delle mitre pei nazionali era la parte la più tenera della discussione. Non faceano impressione nel congresso le dottrine citate pei benefìcii ecclesiastici, perchè l'esclusione degli stranieri erasi introdotta, diceano essi, acciocché restassero illese le ragioni del principe; e queste essersi composte nei concordati intesi nei tempi passati dai re cattolici e sardi colla sedia apostolica. Degli impieghi civili dati agli stranieri la maggior parte esser di poco rilievo, e di questi esser ragionevole non vengano privati i regnicoli. Nei maggiori essere già in numero superiore quelli conceduti ai Sardi. Pure potrebbero allargarsi, ma senza vincolo di privilegio; promettendo preferenza ragionevole al merito degl'isolani, previa sempre la proposizione da farsene nelle cosi dette terne.1
La quarta dimanda pel Consiglio di Stato giudicavasi di tutte la più accettevole. Pure non dicevasi matura ad accoglimento; e si proponeva una riserva di approvazione pel tempo in cui gli Stamenti presentassero, un progetto particolareggiato sopra l'amministrazioni della giustizia.
La dimanda infine del ministero particolare per la Sardegna tenevasi nel congresso piuttosto vana che vantaggiosa. Ed era vantaggio, diceano, l'aver nella direzione degli affari del regno quegli uomini più illuminati che il re solea scegliere a
1 Terne chiamatisi le proposte che la Reale Udienza fa con voti segreti di tre candidati, peibenefizi consistoriali e per gl'impieghi maggiori politici, giudi-siari ed amministrativi del regno. Non hanno altro scopo che d'illuminare l'anino del re nelle scelte. Il re sceglie, se gli aggrada, anéhe soggetti non compresi in quelle proposixioni.
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