Storia moderna della Sardegna di Giuseppe Manno

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      34 STORIA DI SARDEGNA. [4793]scongiurandolo di non lasciar appiccare la zuffa. Il cavaliere Giuseppe Valentino giudice della reale udienza e il canonico Salvatore Mameli, persone di credito e di autorità, erano stali perciò inviati con stendale bianco e tamburino in mezzo al popolo, perchè studiassero di calmarlo. Ma nel mentre che erano ascoltati con qualche apparenza di calma, erasi udito lo scoppio di altre fucilale ; e preso ciò per segnale di tradimento, e rincruditone il popolo maggiormente, quei messaggeri di pace erano riusciti i mala pena a salvarsi nello scompi-gliume.
      Il combattimento era ridotto al luogo più importante, cioè al palazzo del viceré, nel quale egli slesso ed il generale delle armi incoravano le soldatesche a respingere gagliardamente gli assalitori. E queste fecero colà, più che altrove, il dover loro, e le scariche della loro moschetteria furono vive e frequenti; infino a che, colpito mortalmente da una palla il comandante svizzero della guardia, ferito gravemente un uffiziale e molti soldati, deposero tutti le armi e si arrendettero al popolo.1
      Il viceré, al quale si dee la lode d'avere in quei difficili momenti sostenuto animosamente le parti del Governo, veg-gendo disperata la resistenza, si ritrasse al palazzo arcivescovile, e la folla vittoriosa invase la reggia. Sono inevitabili in queste subitàne invasioni gli eccessi di una moltitudine senza governo. Pure non altri se le attribuirono che d'aver posto a sacco la ricca dispensa del viceré ; nella quale gli uomini della plebe si posero a manicare ogni dolciume, inebbriandosi di vini squisiti, e guastando e starnazzando tutto ciò che non poterono consumare. Ma fu rispettata la persona del viceré, rispettato il palazzo dell'arcivescovo, nel quale non fuvvi chi ardisse penetrare con malvagio animo. Onde quella pericolosa ardenza, dopo la vittoria, si risolvette per essi in una gozzovigliata.
      Intanto i capi del movimento voleano toccarne la meta. Disarmate le truppe, il popolo stesso avea già tumultuariamente provveduto a sostenersi nella condizione in cui erasi messo, disponendo artiglierie e guardie dove pareagli più ao-
      1 Secondo i calcoli i più accurati, si contarono 4 soldati uccisi ^dne ufBxiali : i feriti furono circa 60. Dei nazionali furono uccisi 2, e feriti 48.


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Storia moderna della Sardegna
di Giuseppe Manno
Felice Le Monnier Firenze
1858 pagine 466

   

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