Storia moderna della Sardegna di Giuseppe Manno
240 STORIA DI SARDEGNA. [4793]da moUi notabili del paese ; ed era stata cara attenta di questi notabili che alcuna dimostrazione ingiuriosa non venisse a corrompere la serietà di tal atto. Sebbene, quasi a simbolo di ciò che comunemente si pensava, sia avvenuto che mentre ren-deansi al viceré gli ultimi inchini, a pochi passi da lui, si menasse in giro da moltissimi Testanti la danza sardesca, entro le mqra stesse della darsena nella qqple egli andava a prendere imbarco.
In quello stesso giorno la partenza del viceré era segnata da un altro fatto che non dee trapassarsi inosservato. Scendevano dal castello, nel quale aveano avuto stanza i maggiori ministri, le carra sulle quali conducevansi al porto le loro masserizie, con quelle del viceré. La piazza che dalla porta di Villanova mette nel castello era ingombra di popolani della classe più umile. Erano carrettai, facchini, beccai, ortolani ed altri di simil fatta, gente poco ausata a squisitezza di tratti. Fuvvi fra essi chi al vedere quell'abbondanza di carriaggi gridò con maligno animo : Ecco le- ricchezze sarde trasformate in ricchezza straniera : non giungeano qui con tanto-peso di bagaglio o con questa dovizia di guernimenti : assottigliati ci ventano e scarsi quelli che oggi si dipartono con fortuna così voluminosa. Buoni noi, e peggio che buoni, se lasciamo che abbiano il bando con questi stranieri anche le robe ch'eran nostre. Parole maligne io dicea, e non meritate da quegli officiali, i quali o aveano lasciato in patria sostanze più copiose di quelle incontrate in Sardegna, o le aveano acquistate con titolo onorato. Ma erano parole penetrative, perchè l'esempio di alcuni venuti colà a fortuneggiare avea da lungo tempo propagato nel volgo la credenza, che la Sardegna fosse l'America dei Piemontesi. Non è perciò da meravigliare se quelle parole concitate destarono un fremito nella moltitudine, e se molti di quella grossa gente corsero furibondi ad attraversarsi a quel passaggio delle carra, ed a levarne rumore. Il momento era terribile, e già gli animi si accaloravano, e già minacciavasi ruba e bottino. Giugnevane la triste nuova ad alcuni notabili del paese, ed affrettavansi a precipizio ad acchetare quei farnetici. Scendea colà, uomo rispettabile per natali e per virtù, il marchese di Neonelli ; giungeva il Pinlor parlatore animoso e facon-
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