Storia moderna della Sardegna di Giuseppe Manno

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      [1795] PARTE SF.CONDA. — LIBRO QUARTO. 249
      si tennero eglfho stessi per trionfatori ; e presane importanza, e non contenti tll'essersi solfevati, vollero anche avere piena balia nella città, governando la sollevazione a loro libito.
      A ciò dava pnre ansia e potere la costituzione della nuova forza armata nella capitale, che chiamossi degli arruolati. Ruolo era questo, in cui tra sfaccendati e bisognosi era pure il seme della ribalderia. Questa milizia fu distribuita in battagHoni pei diversi quartieri della città, e gli onori del comando si ebbero per lo più dalle persAie che maggiormente si erano segnalate nel 28 aprile. Eravi fra quegli uffiziali gente dabbene e ben nata ; ma il governo o titolare o positivo era tutto nelle mani di alcuni caporali popoleschi, fra i quali era in cima ad ogni altro per abilità e per ardimento il Sulis. L' ambizione delle dignità soldatesche area stravolto le menti ; e gli uomini li più volgari, trasfigurati con divise di alti gradi militari, ed intitolati con nomi altosonanti, erano il simbolo il più chiaro dell'autorità trasferita al basso. Tant'è che un cuoiaio (Raimondo Sorgia già processato per delitto capitale) era luogotenente colonnello di uno di quei battaglioni, e il portiere della Reale Udienza Andrea Delorenzo (uomo feroce di cui narrerò in altro luogo le nequizie) erane il maggiore.
      Fra queste nuove soldatesche era soprattutto da paventare nna banda di turbolenti, la quale avea fatto massa fin dal primo giorno della sollevazione nella porta di Stampace, e d' allora in poi avea voluto colà rimanere a guardia di quelle barriere ; nè valeva la possanza dei capi di parte a fare che se ne staccassero. Non legati a ruolo, non fatti per comportare minaccia di congedo, eglino chiedevano copioso soldo per quella guardia: e fa necessario che a cansare maggiori mali si ripartisse fra i più pecuniosi la somma necessaria ad assoldarli : infino a che, calmati maggiormente gli animi, si potè dare a quella masnada un ordinamento militare, rifacendola in una compagnia chiamata di cacciatori. Erano veramente fiore di mala gente, buona a cacciare alla foggia degli scherani ; e ritratti anche dopo la riforma alla loro origine, trovavansi per segreta instruzione destinati principalmente a cagnotti dei caporioni stampacesi, nelle case dei-quali vegliavano. Pendevano soprattutto dai cenni arcani dell'Angioi, e dal comando riconosciuto del Sulis.


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Storia moderna della Sardegna
di Giuseppe Manno
Felice Le Monnier Firenze
1858 pagine 466

   

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