Storia moderna della Sardegna di Giuseppe Manno
250 STORIA DI SARDEGNA. [4794]destino, nel mentre che 1* impotenza rimane misfatto. Furono perciò facilmente compressi quei movimenti; salvochè nel grosso borgo di Quarto, dove fu necessario cbe una banda di milizie comandata dal Sulis si recasse ad arrestare i più turbolenti, per ricondurvi in tal guisa la calma.
Raccoglievansi intanto in Cagliari, ad invito degli Stamenti, soscrizioni volontarie pel dispendio delle nuove bastile da erigersi in queir istmo; restituivansi le spade agli nffiziali del reggimento Schmid, e si disponeano le cose per riarmare quella soldatesca, e per supplire con nuove condotte ai dragoni piemontesi banditi ; si ricercava di ricuperare le armi tolte violen-temènte all'arsenale regio nel giorno 28 aprile; si esaminavano da speciali commissari le scritture del Yalsecchi e del Saint-Amour, per discoprirvi le tracce delle imputazioni lor fatte; e riconosceasi con lo stesso mezzo l'innocenza dei nazionali arrestati per sospetto, come diceasi, di lesa patria. Ogni giorno avea la sua opera e la sua difficoltà politica, e ciò sopra alle opere e alle difficoltà degli offici ordinari del magistrato;1 il quale aveane buon argomento di mostrare al re nei suoi spacci, come la sollecitudine sua non fosse confortata da alcun intervallo di quiete, e come il suo studio fosse indirizzato sempre con franco disegno a servire il sovrano e lo Stato nella miglior guisa sperabile in quell' asprezza di tempi.
Prendea anche ragione da questo suo zelo per accreditare le preghiere che facea al re, acciò riconducesse la calma in quegli animi agitati. Due cose dicea aspettarsi dalla benignità sovrana: abolizione per l'amnistia, già fatta sperare, di ogni rimembranza di quel triste giorno 28 aprile; e condescendenza ai favori di cui la nazione avea rassegnato domanda per mezzo dei deputati, e dei quali con novella memoria degli Stamenti ragionàvasi altra volta la convenienza e la necessità. Il magistrato diceasi cosi convinto di tal necessità, che prima di veder avverate quelle sue speranze non osava consigliare al re, che désse licenza al marchese Vivalda di partire alla sua destina-
4 Per liuto suo nella spedizione delle cause, avea il magistrato creato snoi aggiunti il professore di legge Pietro Fancelio, l'avvocato collegiato Felice Pod-da, l'avvocato e cavaliere Francesco Mannu, e per quelle del consolato gli avvocati cavaliere Gian Battista Serraluuu, e Gian Maria Siotto Pintor.
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