Storia moderna della Sardegna di Giuseppe Manno
[1794] PARTE SECONDA. — LIBRO QUARTO.* 261
zione. Il popolo, scrivea egli, era compreso da costernazione troppo profonda, perchè potesse accórre lietamente il novello viceré.
E veramente il popolo, o per dire più giustamente la plebe, era di si duro maneggio, che questa risposta del magistrato all' annunzio datogli della partenza del novello viceré era allora risposta prudente. Quella furia popolare, non mai governata da autorità vigorosa, trapassava perfino qualche volta ad insania. Fuvvi fra essi chi volea cbe le pigioni per tanti anni pagate nelle case altrui valessero il capitale necessario al trasferimento del dominio delle stesse case nelle roani dei pigionanti. E chi accomodava quella strana giurisprudenza alle pensioni dei censi pagati ab antico. E chi volea banditi gli esteri trafficanti, e chi accomunate altre sorgenti di ricchezza. Onde è ben da pensare come abbia dovuto costar fatica il contenere le mani, e l'irraggiale di qualche principio sociale buono a intendersi le menti dei sansimoniani nostri di quel tempo.
Intanto nel 20 maggio erano ritornati da Torino in Cagliari due dei deputati degli Stamenti, Pitzolo e Sircana. Erano stali accolti con isparo di artiglierie e con picchiamento di mani; e Pitzolo era stato condotto alla sua casa come in trionfo, e salutato padre della patria fra la calca dei plaudenti. In quella prima ebbrezza d'innamoramento popolare egli esaltava la sollevazione cagliaritana, e teneala per necessaria e ben augurata. Presentatosi al magistrato ed allo Stamento militare, attorniato da gran turba di cittadini d'ogni classe, parlava, e come era solito, con facondia della sua missione. Lodava il re, il quale avea accolto e udito i deputati non solamente con benignilà, ma con-amore. Lodava l'ospitalità e l'urbana e fraternevole affezione mostrata sempre dai Piemontesi alla deputazione. Eglino erano i primi, diceva, a disapprovare la condotta di alcuni dei loro connazionali nel regno. Del ministro Graneri dicea le più tristi parole che gli veniano in bocca; della ministra, com'ei chiamavala, anche peggio. E svelava, per le notizie attinte in Torino, la stretta lega fra questi ed il Valsecchi, consigliere dei partiti i più avventurosi, e conviziatore dei Sardi. Davasi per informato dell'essere stato dipinto negli spacci del viceré qual . uomo fatto a tribolare il governo; e come il suo comando mili-
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