Storia moderna della Sardegna di Giuseppe Manno
[1795] PARTE SF.CONDA. — LIBRO QUARTO. 259
numero, e per qualcuno d'essi 1' associarsi a qnelle querele era piuttosto cortesia che risentimento.
Eravi poi chi avea ponderato gli errori di chi comandava e gli eccessi dei sollevati, e credea veder modo di correggere gli uni e gli altri. Tal era il marchese della Planargia. E siccome teneasi di lui gran conto in Torino, ed erasi perciò ricercata dal re la sua consulta in quelle altre nomine, egli avea avvisato che il credito di cui godeva il Cocco in tutta l'isola sarebbe pel Governo un supplemento alla forza materiale che gli mancava ; e che una forza anche materiale troverebbesi nel partito moderato guidato dal Pitzolo, diventando egli officiale primario dello stesso governo. Ma non perciò egli intendeva di fare indietreggiare le cose a quello cbe erano in ptima. La sua opinione politica era fra il non arrendersi e il non ostinarsi. Egli proponeva che si accondiscendesse alla dimanda della celebrazione delle Corti, e che si ascoltasse senza paventarla quella della confermazione generica dei privilegi, la quale non potea diventar impegno che dove avrebbe potuto tenersi per promessione. In quanto poi al più delicato negozio degl'impieghi privilegiati, egli consigliava si conferissero tutti per allora ai nazionali : il privilegio poi si riducesse ai soli posti inferiori, e degli altri si lasciasse la deliberazione all'assemblea delle Corti. Egli confidavasi che in queste potrebbe soprastare la più saggia opinione della comunione di tutti i sudditi nel servizio dei due paesi.1 E con ciò mostravaJin d'allora, che egli volea concedere ai novatori quello che potea tornar utile alla sua patria o passar senza rischio, negar loro quello che ad uomo di lunga esperienza, qual egli era, dovea parere dannoso.
Per quanto poi spettava alla scelta personale di quegl'im-piegati, era certamente fra lui e i sollevati grande dissentimento: giacché egli volea bene fosse obbliato il 28 aprile in quanto al non punire alcuno dei partecipanti a quel fatto, ma non perciò intendeva che l'obblio fosse tale a tenerli meritevoli di ricompensa. Ed era qui veramente la cagione principale dell' odio a lui giurato. Stessero in pace, egli diceva, non temes-
1 Vedi Ragionamento compilato per ordine dei tre Stamenti dopo le giornate 6 e 22 luglio 1795, stampato in Cagliari nello stesso anno. Pezze originali, num. 3 e 5.
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