Storia moderna della Sardegna di Giuseppe Manno
[1795] PARTE SF.CONDA. — LIBRO QUARTO. 269
vinsi per mano degli stessi consiglieri civici alcuni magazzini di frumento, perchè il popolo avesse onde soddisfarsi. Ma come avviene in queste contingenze, le private animosità subentravano a continuare un tumulto, che per la confessata sua origine sarebbesi altrimenti Scquetato. Si ritornava alla casa del Carta, e col pretesto di una archibugiata tratta da quella contro agli ammutinati, vi si appicciava il fuoco. E fu fortuna di lui e della sua famiglia, se i sollevati non trasparsero a maggiori crudeltà, sorpresi da una/processione religiosa appostata-mente colà inviata, la quale presentossi coti' ostia eucaristica a contenere quegli animi furibondi. Il Carta discendeva egli stesso dalla sua casa che avvampava, e genuflesso ai piedi del sagramento offeriva il perdono ai suoi offensori, e chiedea loro pace. E la pace si otteneva; 9 fortunati quei popoli nei quali la religione è cosi possente da spegnere in un istante le furie di un popolo in tumulto! La stessa rovina accadeva nella casa di un trafficante genovese, andata a ruba. Propagavasi dappoi la sollevazione nelle ville vicine di Milis, di Santo Vero e di Bauladu, dove uno stormo di malvagi poneasi a fare quella guerra dei poveri contro ai ricchi, la quale è accompagnamento ordinario di qualunque sollevazione non contenuta colle proprie 0 colle altrui forze : quasi che essendo la proprietà la prima manifestazione di una società ordinata, debba tosto cancellarsi quel segnale di civiltà sempre quando la società vuol perturbarsi. La Reale Udienza però mostrava vigore e sollecitudine nel reprimere quegli eccessi. Impiegò dapprima la forza materiale, che guidata da alcuni notabili del paese si contenne in vane dimostrazioni. Si trovò poi tutta l'energia desiderata per questa repressione nell' uffiziale di giustizia della villa di Ca-bras Domenico Vincenzo Licheri, il quale, unito col cavaliere Raimopdo Mameli, prode uffiziale di marina spedito in quel porto da Cagliari con una mezza galera, riusci con apparato imponente di soldatesca a ricondurre in Oristano l'ordine e la calma. Procedeva quindi il magistrato nelle forme legali contro agli autori principali di questa sollevazione.
Il marchese delta Planargia era in questo mentre passato anch' egli a Livorno per imbarcatisi col viceré. Questi avealo accolto con aria di volto tra contegnosa e severa, ma non avea
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