Storia moderna della Sardegna di Giuseppe Manno
270 STORIA DI SARDEGNA. [4794]potuto negargli che slésse al suo fianco in quel viaggio. Nel giorno C di settembre amendue trovavansi nella rada di' Cagliari, condotti colà da una corvetta spagnuola ; della quale il Vivalda avea dovuto prevalersi, perchè nel lungo indngio posto alla sua partenza le due fregate inglesi1, messe a sua disposizione dall'ammiraglio Hood, aveano avuto altra destinazione. Il disimbarco fu festoso e acclamato. Il viceré diceasi commosso per qtfei segnali dijetizia.
Egli dicea pure- di aver, nella lunga conferenza tennta tosto col Cocco, trovato in lui dottrina molta, esperienza vastissima, e fedeltà e devozione al re, e maniere per farsi amare da tutti. Confermavasi perciò nel proposito di confidarsi sopra ogni altro consiglio del suo. E si fu con tal consiglio, ch'egli cominciò tosto ad ordinare la sua segreteria in modo diverso dal passato, accomodandola anche al servizio del consiglio di Stato che dovea fra breve tempo essere installato.1 Con tal mezzo ripigliavasi l'ordinario carteggio coi ministeri di Torino, e riassumevasi la discussione degli affari civili dell'isola, soffocata dapprima dagli affari politici, che tutta voleano l'attenzione della Reale Udienza.
Il viceré chiedeva conto infino dai primi giorni della sorte del segretario Valsecchi, il quale, come bo detto, era stato assoggettato a formale inquisizione. La Reale Udienza, veggendo che le accuse erano vaghe e che le inchieste riescirebbero interminabili, avea risoluto di farlo imbarcare di notte tempo per non provocare alcun rumore nel popolo. Ma egli chiedendo assoluzione o condanna, avea ricusato il favore, e scrittone con parole risentite ed improprie. Non avvisava che in quei tempi l'apertura clandestina del suo carcere valeva tanto a proscioglierlo come un'assoluzione solenne: talché il viceré noiato di quel suo improvvido eroismo, era giunto a chiamarlo meritevole di reclusione coi maniaci. Verificava pure il viceré essere menzognere le querimonie fatte dallo stesso Valsecchi del saccheggio dato dal popolo alle sue masserizie : queste trovaronsi
' Eleggermi! quattro segretari, gli stessi proposti dagli Stamenti per riferendari del consiglio di Stato j ed erano gli avvocati don Gavino Misorro, don Gian Battista Serriluuu, professore Pietro Fanceilo e Pietro Ballerò, destinato anche quest'ultimo a segretario privato del viceré.
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