Storia moderna della Sardegna di Giuseppe Manno
[1794] p^rte seconda. — libro quarto. ì73
viceré non sapea perdonargli la parte datagli io Torino nella scelta degli altri primari ministri del regno. Sisternes avealo in ciò renduto geloso, magnificandogli il torto fatto con tale consulta all'onnipotenza viceregia, e mostrandolo a lui come inviato dai ministri a sopravveghiare in tutto ciò eh' ei farebbe.
Continuavano poi i carteggiatiti di Torino a dipingerlo qual uomo intento a prender vendetta dei fatti dal re obbliati, e risoluto a combattere la sollevazione anche nelle cose compiute. Mancavano a ciò i fatti, mancavano le parole : anzi il marchese della Planargia avea proceduto guardingo, sapendo com'era studiata ogni sua azione e parola. Pure, se la vivacità sua naturale trasportavalo a qualche risentimento, risolvevasi tosto in odio suo il confronto che sempre andavasi facendo fra l'indole sua bollente e il contegno temperatissimo del viceré. Il viceré dicessi benigno, perchè accoglieva famigliarmente e col sorriso sulle labbra anche le persone più ostili al governo; modesto, perchè avea ricusato le pompe della sua dignità ; considerato, perchè non movea passo senza la Reale Udienza e senza gli Stamenti. Benché fossevi chi l'affabilità appellava timidezza, la modestia parsimonia, la cautela imprudenza. Ma le arti volpine prevalevano. E prevaleva con esse l'importanza degli uomini cbe aveano intinto nella sollevazione, i quali, divenuti già una volta innocenti, non temeano più il ritornar rei se ritornavano possenti. Onde continuavansi palesemente le conventicole degli Stampacesi, alle quali avea aggiunto un novello oratore l'arrivo dell' abate di Salvenero, fratello del deputato Simon, destinato a governare il collegio dei nobili della capitale. Ed era nelle stanze medesime di quel collegio di educazione che si restringeano insieme le tante volte gli uomini del 28 aprile a ragionare della loro possanza.
Erano le cose in tal condizione, quando giungeva in Cagliari la rispósta regia sul privilegio degl'impieghi.1 Era scritta da un ministro fastidiato di quella lunga e pertinace insistenza. Egli avea sperato che con le concessioni fatte, e colle spiegazioni datesi intorno alla benigna disposizione del re per la pre-
< Regio biglietto, 30 settembre 1791.
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