Storia moderna della Sardegna di Giuseppe Manno
274 STORIA DI SARDEGNA. [4794]ferenza dei nazionali negli stessi impieghi di libera nomina, sarebbesi fermata qnella foga di domande sempre rinnovate. Veggendo perciò che la tenacità durava, mutava anch' egli il suo fraseggiare benigno in parole più risolute; e un regio biglietto lungamente ragionato, ed accompagnato ancora da storici commenti sopra le ragioni di quel privilegio, conteneva il pieno disinganno di quelle maggiori pretensioni. Erasi già arrivato, diceasi, all'estremo termine dei favori: l'avanzarsi ulteriormente nelle dimando era un guiderdonare male per bene, ed un contrariare senza riguardo quei sentimenti di propensione che il re amava di mostrare alla Sardegna. Mescolare e uguagliare tutti i sudditi nel suo amore, era divisamente del re: non aderirebbe mai a porre fra gli nni e gli altri qùella divisione.
11 viceré lagrimava nel comunicare quella risposta. Era un tristo mezzo di politica quel pianto, perchè era dissentire dal re, e dissentire da uomo Bacco; era soprattutto nn incorare gl'insistenti a divenire perfidiosi. E quasi non bastasse quella tenerezza, egli con parole melate esortava anche quei provani a sperare nella sua intromessione : avea sostenuto quel privilegio, lo sosterrebbe in avvenire. Ma non con tali parole scri-veane al re. Aveali esortati a cedere, dicea egli ; mostrarsi già arrendevoli le prime voci degli Stamenti, ma non si fidare essi dei colleghi. Tuttavia avea insistito, perchè ponessero la fedeltà nei fatti e non nelle parole. L'esempio suo mostrava veramente che le parole valeano poco.
Lo scopo del viceré era principalmente quello d'ingraziarsi col partito dei sollevati ; e poi, se incorreva con essi in impegni non conciliabili coi doveri suoi, osare l'arte sua finissima perchè questi doveri non paressero al re violati. Che se .gli stessi impegni non conciliavansi coi doveri imposti al generale, non più allora con arte, ma palesemente ritraevasi da Ini, e lasciavalo solo allo studio ed al rischio dei provvedimenti. Anzi talvolta gli si opponeva, se dovea qualche progetto riuscire a suo vanto : perchè stavagli grandemente a cuore che le cose pubbliche accettevoli e le private grazie paressero tutte provocate da lui ; le cose poi mal andate o spiacevoli lasciava si riferissero all'intromessione del generale. Questi pertanto,
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