Storia moderna della Sardegna di Giuseppe Manno
[1795] PARTE SF.CONDA. — LIBRO QUARTO. 275
veggendo oramai impossibile un ravvicinamento che avrebbe dato al Governo la forza e la dignità di cui mancava, studiava» di nuovo di stabilire nel regno quella sola pubblica forza che i tempi consentivano, proponendo Ja creazione di reggimenti provinciali, i quali fossero comandati da offiziali di ordinanza scelti nel reggimento nazionale. Il congresso, nel quale questo progetto era stato discusso, avealo approvato. Gli Stamenti stessi, ai quali il generale avea chiesto personalmente il loro concorso, onde procacciare le armi necessarie a questi reggimenti, aveano lodato quel divisamento. Pure,o per fallace intelligenza della cosa, o perchè il Vivalda avesse sveglialo la diffidenza o gli scrupoli del marchese di Cravanzana ministro della guerra, questo ministro restava perplesso nel dar favore al progetto. Temeva egli di armare in tal guisa la nazione; e non. avvisava che la nazione era già armata, o, per meglio dire, che le armi erano nelle mani di quel gentame il quale potea sempre abusarne ; onde era solo mezzo a farnele cadere il darle a milizie scelte e soggette a durevole disciplina. Oltreché il ministro in questo e in qualunque altro affare accoglieva mal volentieri le dirette rimostranze del generale. Abituato alle formole ordinarie, e dubitando non fosse l'ardenza del La Pla-nargia per crescere ad indipendenza, tenealo sempre ammonito del far passare le sue relazioni per lo mezzo del viceré. Ma avrebbe dovuto avvertire, che in tempi straordinari giova il conoscere, più che quelle opinioni rispetto seinQlate l'una all'altra, l'intimo sentire dei primari officiali dello Stato ; che in ogni caso era stata imprudenza il metter insieme due uomini inconciliabili ; com' era vano pensiero il comandare ad uno di essi la deferenza, all' altro la fiducia. Ben a ragione adunque, nell' intraprendere quello studio dei mezzi di supplire alla pubblica forza, prevedea il generale che gli veniva nelle mani il più difficile degli argomenti ; e un tristo presentire dell' inutile e pericoloso suo impegno agitavagli infin d'allora l'animo.1
' Sono notevoli le seguenti parole ch'egli scriveva al ministro della guerra nel 19 settembre 1794: « Mi è toccato l'osso duro a rosicare in *• quest'articolo della forza: però prevedo il rischio di esser la vittima dello » zelo ed attaccamento al re, che non si estinguerà mai io me. Di questo •> triste mio annuniio ne ravviserà l'E. V. il principio nelle Lettere anonime f eh* le trasmetto. • Peue originali, num. 41.
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