Storia moderna della Sardegna di Giuseppe Manno

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      378 STORIA DI SARDEGNA. [1795]liberamente palesato al marchese di Neonelii, capo di questa milizia, le sue ragionevoli obbiezioni, contrapponendo proposizioni più adegnate. Egli avea però ad un tempo commendato grandemente l'importanza dei servigi rendati da quella compagnia, e con ciò mostrato apertamente esserne da lui desiderata la continuazione. Ma in Torino Don si stimò di dar passo ad alcuna delle fatte proposizioni ; o perché si temessero nuovi dispareri, o perchè non pareva opportuno quell'aumento di forza armata, indipendente in qualche maniera dal Governo. Questa disapprovazione era stata mal intesa da quella gente dabbene, la quale, credendosi non gradita al re, avea tosto cancellato il suo ruolo ed abbandonalo il servizio. Il generale avea dovuto dolersene col Neonelii, notandogli la differenza che passava fra il non approvare la riforma di quel corpo e il non gradirne il presente servizio; ma èra stata vana ogni sua spiegazione, e quella milizia venne a mancare nel tempo appunto in cui il'riavvicinamento delle turbolenze l'avrebbe chiamala più fruttuosamente a novello servigio. Pure, in quel rammarico di pubblica instituziono mal riuscita, ebbe anche il generale il dolore di vedere attribuito dal viceré a lui il cattivo successo. Non bastava che il contegno suo gli accrescesse ógni giorno i nemici; eravi chi ingrossavagli ancora la schiera dei malcontenti.
      Più alto sonava il dissentire del viceré e del generale iu un argomento che agli altri soprastava per la sua importanza, ed era l'opportunità della pronta convocazione delle Corti. Il viceré prendea ragione a domandarla dai fastidi quotidiani che davagli il bisogno di mettere gli Stamenti d'accordo non solo con lui ma con se stessi. Gli Stamenti non erano più quell' assemblea che una sola volontà un sol cuore avea mostrato nel provvedere alla difesa della Sardegna dai nemici esteriori. Al pensiero unico di quella difesa era sottentrato il pensiero vario e disputabile della riforma dello Stato. Le persone stesse erano in parte cambiate, perchè, come ho già accennato, i più ebeti eransi sottratti coll'allontanarsi dalle congreghe alla superiorità degli oratori preponderanti. Musso e i partigiani dell'Angioi Dell'ordine militare, Sisternes e l'abate di Salvenero nell'ecclesiastico, indirizzavano le risoluzioni a loro libilo. Nel reale eraviDigitized by


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Storia moderna della Sardegna
di Giuseppe Manno
Felice Le Monnier Firenze
1858 pagine 466

   

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