Storia moderna della Sardegna di Giuseppe Manno
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STORIA pi SARDEGNA.
[1795]l'assemblea legale delle.Corti che in quella libera giurisprudenza degli Stamenti; ma anche gli Stamenti ei volea abbattere d'un sol colpo, e chiudere finalmente ogni disputazione sulle cose di Stato. Si sciolgano gli Stamenti, egli scriveva; il viceré temerà nuove sollevazioni, e non avrà animo di farlo; ma io rispondo sull'onor mio, ed anche sul mio capo, che nissuno oserà fiatare. I buoni hanno saputo tenere in rispetto i malvagi allorphè non eravi governo; quanto più adesso ?
Prevalea però in Torino l'opinione del viceré, e il conte Avogadro scriveagli che il re avea acconsentito alla radunanza delle Corti, e che s'invierebbero perciò con la spedizione successiva le lettere patenti a tal uopo necessarie. E forse era in tal facilità un compenso apprestato alla risoluta negativa, con cui al tempo stesso veniva posta interamente da. banda l'altra dimanda degl'impieghi privilegiati; giacché il ministro fermo nel proposito poco prima dichiarato, e nulla curando le calorose instanze rinnovate dagli Stamenti e le rimostranze del Vivalda, avea finalmente risposto in termini precisi che' il re comandava non gli si facesse più parola di tal dimanda.
Davasi-anche allora compimento all' instituzione, da lungo tempo promessa, del consiglio di Stato. Questa avea dato luogo nell'intervallo a dispareri e controversie negli Stamenti, per cui una dimanda che parea dapprima fruito di unanime e ponderato consiglio, si trovò poi nel discuterne i particolari cosi ripiena di difficoltà, che a mala pena si potè ottenere una proposizione nella quale convenissero i tre ordini. Avutasi questa finalmente, vi si conformava la regia legge,' la quale stabiliva nella Reale Udienza una terza classe o sala, come colà chiamasi, incaricala particolarmente di dar consulta sopra' tutti i ricorsi presentati al viceré o da presentarsi per mezzo di lui al sovrano, e sopra qualunque provvedimento viceregio riguardante il governo del regno. Componeasi quel consiglio dal reggente la cancelleria, da quattro consiglieri, due referendari ed un segretario. Al segretario era anche commessa la direzione della segreteria di Stato e di guerra presso il viceré.
Si attendeva ansiosamente in Cagliari il promesso ordine
4 Cuti reale, I febbraio 1795, pubblicata con pregone, li mano.
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