Storia moderna della Sardegna di Giuseppe Manno
[<795] PARTE SECONDA.— LIBRO QUARTO. 885
nella destinazione degli officiali della corona, e che. investiti quasi di un patronato amministrativo, arrivassero a proporre e ad escludere a loro libito i candidati per quelle cariche. Pure i riguardi del conte Avogadro e la fiacchezza del Vivalda aveano dato tale arditezza agli Stamenti, che la consulta dapprima loro conceduta in tali materie era diventata autorità. Il solo Stamento ecclesiastico avea avuto il buon giudizio e l'animo di opporsi a quella intromessione assoluta del parlamento nella collazione degl'impieghi; la quale, dicea egli, dovea intendersi ridotta ai soli offici che conferivansi senza terne, dacché negli altri sarebbe un contrariare le leggi del regno il disturbare le proposte della Reale Udienza. E non solo intrometteansi, ma d' ogni cosa chiedean ragione, e fastidiavano talmente il viceré, ch'egli ro-deasene nel suo interno, e fra irritalo e pentito scriveane ai ministri come di insistenza incomportabile. Se già non era parie di finezza il cedere in faccia agli Stamenti, il risentirsi in faccia ai ministri. Comunque siasi, in quel tempo in cui attendeasi da Torino quel giudizio di tante personali pretensioni, non altro oggetto occupava più gli animi che questo.
Prima però che quest' aspettazione fosse soddisfatta, sonavano in Cagliari altri rumori, che preparavano quasi la via ai maggiori turbamenti succeduti dappoi. Il primo rumore era scolastico. Francesco Carboni, celebrato scrittore di versi latini,' reggeva le scuole pubbliche dette di Santa Teresa. Il portiere di queste scuole tenea seco una sua giovine figliuola appariscente e leziosa, dalla quale il prefetto cavava servigetti propri della sua condizione, e che parea posta colà a zimbellare nel passaggio quotidiano dèlia scolaresca. Uno di quegli scolari aveala condotta in moglie diventata già madre, ed erasi poscia separato da lei per strettezza di fortuna. La Minnia, chè cosi chia-mavasi, non solo continuava il suo soggiorno nella loggetta del portiere, ma era diventata sempre più dimestica al Carboni; il quale, fosse compassione di lei, fosse affetto poetico ignorato da lui stesso (chè i costumi suoi si tennero sempre per castigati e severi), aveala.addottrinata egli medesimo dei primi erudimenti del sapere. Anzi aveale con imprudenza non iscusabile com-
1 Vedi Storia di Sardegna, lib. ultimo.
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