Storia moderna della Sardegna di Giuseppe Manno

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      [1795] PARTE SF.CONDA. — LIBRO QUARTO. 287
      Cosa più seria fu l'ammutinamento della plebe di Cagliari nel 31 di marzo. In tal giorno, o fosse malizia od incuria dei preposti all' annona, venne a mancare la vendita del pane nei sobborghi della marina e di Villanuova. Presa ragione da ciò, alcune centinaia di popolani scorrevano per la città schiamazzando: e il viceré, informatone, avea dato ordine al capitano della guardia del suo palazzo, che, qualora gli ammutinati si presentassero colà, abbandonasse loro spacciato l'ingresso; anzi tenesse i suoi soldati nello stanzone, ritirativi i fucili affinchè la soldatesca non si ponesse a cimento, lasciando solamente le sentinelle al luogo consueto. Verso sera, il popolo venne colà a rumoreggiare ed a gridare pane a lui e bando ai cattivi amministratori delle grasce. Il viceré guardò dal balcone, e non potendo farsi intender con parole in quel frastuono, fe cenno perchè salissero a parlargli in casa. Fattosi allora incontro ad essi e udita la dimanda, rispondeva, che avean ben ragione di schiamazzare in quel modo, e che i consiglieri di città, i quali non aveano eseguito gli ordini suoi, sarebbero sospesi dal loro officio. Queste cose egli dicea specialmente ad uno di quei gridatori che favellando la lingua italiana serviva come d'interprete agli altri: e a questo egli avea posto la mano in sulla spalla, e detto parole composte e affettuose: venissero pure liberamente a lui allorché il voleano, ma venissero cheti e pochi; egli era sempre colà per rendere giustizia a tutti, e specialmente ai più bisognosi. Sopraggiungeano allora il maggiore della piazza cavaliere Martinez e l'aiutante di campo cavaliere Ravaneda, i quali finirono di calmare tutto quel gentame affollato nelle scale, che sbandossi gridando vita al re ed al viceré. Solo alcuni passavano a querelarsi anche nella casa del generale, il quale dal suo canto parlò quel meglio che potè per ammansarli e tranquillarli; talché nelle prime ore della notte le vie dqlla città erano sgombero. Nel giorno seguente davasi licenza ad alcuni officiali municipali, per far onore alla promessa del viceré; sebbene egli, veggendo che senza difficoltà di provvedimenti ricompariva tosto l'abbondanza del pane, si fosse già fermato nel sospetto che tutto quel trambustare fosse stato un travamento dei malcontenti delle ultime proposizioni fatte per gì' impieghi, onde ricercar sorte migliore provocando novelle agitazioni. Il


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Storia moderna della Sardegna
di Giuseppe Manno
Felice Le Monnier Firenze
1858 pagine 466

   

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