Storia moderna della Sardegna di Giuseppe Manno
[1795] PARTE SF.CONDA. — LIBRO QUARTO. 291
Vivalda ; e il memoriale per la sospensione delle patenti era passato al magistrato. Al reggente dello stesso magistrato volge-vansi ancora gli Stamenti; e, con esempio inudito, una deputazione scelta da essi presentavasi al Cocco scongiurandolo di tener conto della legge violata, del popolo già tumultuante. Ed a queste sonanti parole rispondeva il Cocco, profferendosi a sostenitore delle leggi, a paciaro del popolo. Il magistrato allora, dissentendo i tre personaggi più gravi che in esso trovavansi (il decano cavaliere Cugia, Pau, e il cavaliere Giuseppe Valentino), opinava anch'egli come aveano opinatogli Stamenti, che quelle patenti poteano esser cagione di turbolenze nel paese; che altronde per esse erasi mancato alla legge delle terne : e perciò era prudente e giusto partito il darne rimostranza al sovrano, sospendendo intanto l'esegnimento di quelle tre nomine.
Il viceré era stato dapprima dubbiante, ma dubbiante a modo suo, vale a dire alla sicura ; perchè diceva, è vero, che ogni ragione di convenienza richiedeva si rispettasse la sovrana volontà, ma soggiungeva pure che le ragioni di resistervi aveano penetrato nel suo animo. Erasi in fatto tentato di rendere penetrative quelle ragioni, con una dimostrazione un po' clamorosa della volontà popolare entro al palagio stesso del viceré, sebbene il successo non avesse adeguatamente risposto all'intento. Il sindaco del borgo di Villanuova avvocato Felice Podda-Pisano erasi condotto all'udienza del viceré stipato da folta schiera di rigattieri e di beccai, addottrinati in prima da lui a mostrarsi teneri dell' osservanza delle patrie leggi. Eglino doveano parlare di terne, di privilegi nazionali, di corti, e servir d'argomento che nella plebe ancora erano passate ed intese le qui-stioni politiche del tempo, dappoiché il rivendere le grasce e lo scannare le bestie da macello non ne aveano potuto distrarre quegli oratori. Ma, o fosse riverenza della maestà viceregia, o che la natura ricorresse a riprendere le sue ragioni, obbliarono eglino la lezione, ed interrogati che volessero, rispondeano non terne o corti, ma pane a buon mercato e sicurezza delle persone. Il sindaco allibiva a quella inaspettata risposta, e sentendosi soffocate in bocca le parole, giurava nel suo sé di non mai più parlare di terne e di privilegi a beccai. Il Cocco, pre-
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