Storia moderna della Sardegna di Giuseppe Manno

Pagina (297/468)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina  Immagine

      [1795] PARTE SF.CONDA. — LIBRO QUARTO. 295
      aveano tenuto per la confermazione degli ordini una volta dati. Si era adunque risposto essere pretesto e vano timore le allegate agitazioni di un popolo, al quale poco dovea calere di quelle personali rivalità di cariche; il re esser sicuro della sua fedeltà e saviezza, ed aver perciò comandato si désse senza indugio eseguimento alle patenti ; esser anzi il re persuaso, che, usandosi dal viceré l'autorità sua ordinaria, saprebbe punire tutti coloro che fossero per opporre qualche ostacolo a questa ferma sua risoluzione. Esser pure volere del re che di ciò il viceré désse comunicazione al marchese della Planargia.
      Era la prima volta che si provocava direttamente la cooperazione del generale, perchè vedeasi finalmente senza velo che il viceré abbandonato a se stesso seguirebbe ad abbandonarsi al partito dominatore. È dunque da pensare eh'egli siasi altamente risentito di quell'aiuto datogli senza volerlo. Nè seppe egli dissimularlo, egli maestro di parole vaghe o avviluppate; perchè presentatisi a lui Cabras, Pintor e Sulis, gli sgorgavano al loro cospetto queste parole imprudenti: leggessero pure lo spaccio, erano persone legali, ne intenderebbero bene le espressioni, ma non credessero già che il re avesse voluto quello che il suo ministro aveagli fatto dire; le parole erano del conte Galli, il quale aveasi fatto un impegno di attraversarsi a tutte le proposizioni del viceré; che se il viceré avesse potuto conferire egli col sovrano, sarebbe riuscita la cosa ad opposta risoluzione. Era un dire scegliessero fra il re e il ministro; e qual fortuna pei congiurati l'aver con esso loro il re? Pure quel nome del re scritto nello spaccio bastò ad attutirli, allorché se ne fece lettura pubblica negli Stamenti. I pochi che vi restavano di sana opinione protestarono che oramai l'insistere era aperto disobbedire, ei congiurati non osarono venirne a tanto. Obbligati perciò a frenarsi in pubblico, disfogavansi nei con-venticoli non più arcani dei capi di parte, e soprattutto nelle stanze dell'Angioi, dove convenivano il Musso, i Simon, il Sisternes, e il Sulis col suo satellizio; al quale cresceva l'importanza come dalle quistioni di ragionamento andavasi grado a grado trapassando a dover contendere colle mani e coi ferri. E colà maledicevasi la pertinacia del conte Galli, e riferivasi


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina  Immagine

   

Storia moderna della Sardegna
di Giuseppe Manno
Felice Le Monnier Firenze
1858 pagine 466

   

Pagina (297/468)






Planargia Cabras Pintor Sulis Galli Stamenti Angioi Musso Simon Sisternes Sulis Galli