Storia moderna della Sardegna di Giuseppe Manno

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      302 STORIA DI SARDEGNA. [4794]condanna Roteano solo metter argine a quel despotismo militare. A che valeva l'avergli tolto la forza palese ? restavagli la forza occulta ; i miliziani indettali con lui, il cavaliere Agostino Carta in Stampace, il Meloni in Villanova, il Pitzolo con la schiera dei suoi aderenti pendevano dal suo cenno. Cosi declamavano, ponendo mano al tempo stesso al mezzo più sicuro d'ingrossare in basso luogo il ruolo dei congiurati. Il denaio distribuivasi senza mistero a chi gridasse guerra al generale e all'intendente; distribuivasi specialmente ad alcuni artiglieri destinati alle batterie del castello. Sopra l'allettativo del denaio era poi in casa Angioi leccume più dell' ordinario, e correvano colà a mancamento copioso e a lungo sbevazzare i bravi di tutte quelle clientele, pronti a mettersi ad ogni sbaraglio.
      Sorgeva il giorno 6 di luglio. Pintor recavasi di buon'ora presso l'Angioi con Sulis e con altri aderenti.1 Dopo lunga conferenza passava lo stesso Pintor all' udienza del viceré, e cbiedeagli risolutamente, se volea caosare lo spargimento del
      4 Trattandoli nella narrazione di questa tragica giornata, 6 luglio, eoo parole generiche la partecipazione del Pintor ai fatti che vennero a descriversi, è giusto che la memoria sua sia prosciolta dal sospetto di qualunque diretta complicità nelle uccisioni che tristamente la segnarono. Già io avealo cono-sciato nella prima mia età, e nello scrivere queste pagine usai perciò la debita circospczione, onde non suggellare col giudizio storico uà' imputazione eh era da altri creduta. Venendo ora. l'opportunità di nuova pubblicazione del mio lavoro, debbo giovarmi della maggior luce sparsa su questi fatti, dopoché furono letti da chi ne fu attore o conscio, per confermare con più precisa asseveranza quella mia opinione. Il Pintor, uomo brioso e caldo, ma di mite animo, volea l'abbassamento del Pitzolo e del La Planargia, ma noa il loro sangue. Nel 6 luglio, si travagliò col viceré, col Neonelli e con fAi* gioi per ottenere la imposta o volontaria demissione di PiUolo. Fermatosi ¦ questo solo proposito, compianse nei domestici conGdenziali colloqui gli eccessi sanguinari, dei quali per l'inimistà personale dell'Angioi, per la fiacchezza del viceré, se non per i balzi impreveduti del popolar furore, fu vittima quell' infelice cavaliere. Non può neppur dirsi che il Pintor consentissi allora col Sulis ; il quale, se usavagli osservanza per afforzarsene nell' opinione popolare, serbava in cuore segreta ruggine con lui per la distanza ch'erari fra i propositi di amendue.
      Una parte delle più ampie notizie da me ragunate su tali particolari dopo la pubblicazione della mia Storia, è dovuta all'ingegnosissimo e dotto mio amico cavaliere Giovanni Siotto, il quale coi documenti da lui favoritimi , e nei famigliari colloqui che avvicendò meco allorché sedeva, con tanto brio e splendore di parola, nel parlamento nazionale, tolse dal mio animo ogni esitazione su questo importante periodo di patria istoria.
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Storia moderna della Sardegna
di Giuseppe Manno
Felice Le Monnier Firenze
1858 pagine 466

   

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