Storia moderna della Sardegna di Giuseppe Manno

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      30g STORIA DI SARDEGNA. [4794]sua autorità di provvedere a quella custodia e a quel giudizio. La voce del Vivalda era popolare, e calmata quella prima agitazione, la vita di quell' infelice cavaliere era forse in salvo. Egli non volle. Avanzatosi ad incontrar la turba in sul capo della grande scala del suo palazzo, diceangli quei sollevati: Ecco, o signore, l'uomo che più dell'Eccellenza Vostra comandava nel nostro paese ; noi lo mettiamo nelle vostre mani. Ha il marchese Vivalda rivolse da quell' uomo la faccia, e lo rispinse che avea appena salito pochi scaglioni della prima branca di quella scala, e rispose : Ritorni pure indietro; ch'egli non dee venire al mio cospetto ; il popolo lo ha arrestato, il popolo disponga di lui come gli aggrada. E ciò detto, ritornava nei suoi appartamenti.
      Quel suo ritrarsi era una sentenza capitale. Pitzolo l'intese, e devoto già a morte, e conserte le. braccia in forma di croce, si pose a recitare a se stesso i versi davidici degli agonizzanti. La pietà del Neonelii non 1' avea mai abbandonato, e non volea neppur allora abbandonarlo ; ma nell' uscire dal palazzo viceregio uno dei capi dei sollevati lo distaccò dal suo fianco, e Pitzolo trovassi, senza protezione di sorta, circondato dalla moltitudine. Giungeva instantanea ad Angioi la notizia della risposta del viceré, e come la folla parea volersi avviare con l'arrestato alla torre vicina detta di San Pancrazio dove s'imprigionano i delinquenti. Io non voglio dire ch'egli abbia allora colto il tempo accettevole per comandare ai suoi sgherri un assassinio, pensando che se il Pitzolo era una volta chiuso in .quella torre gli sarebbe forse restata colà salva la vita. Pure è tradizione che egli fremesse di ciò in faccia a quei ribaldi, ed é certo che ad aizzare animi così feroci bastava picciol cenno. È certo ancora, che in quell'istante in cui il Pitzolo avea messo il piede fuori del palazzo viceregio sbucavano dalla casa dell'Angioi un Dais parroc-chiere e cagnotto suo, e Andrea Delorenzo, maggiore delle milizie, che faceasi tosto incontro alla folla. Delorenzo, come volesse preservare l'arrestato da insulti, cingeagli le braccia al collo ed accompagnavasi con lui. Ma era abbracciamento di fellone. Erasi solo calcata poca via fra il palazzo e la torre, e quel protettore della vita del Pitzolo ammiccava già ai sicari
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Storia moderna della Sardegna
di Giuseppe Manno
Felice Le Monnier Firenze
1858 pagine 466

   

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