Storia moderna della Sardegna di Giuseppe Manno

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      [1795] PARTE SECONDA. — LIBRO QUARTO. j 311
      ogni caso in quella torre egli sarebbe più strettamente custodito. Vuoisi che siasi tentalo quell' agguato, ito solamente a vóto, perchè il generale, picciolo di statura, non sarebbesi potuto colpire senza porre a rischio coloro che lo assiepavano coi loro corpi; e perchè un popolano pietoso, consapevole del Iradimenlo, spense opportunamente nel luogo indettato per quel tentativo la lucerna che avrebbe illuminato l'occhio del sicario.
      Chiudevasi in quella torre lo sventurato generale, e ad aonestare l'operato diceasi dai congiurati, che erasi ciò fatto per salvarlo dagl' insulti del popolo. Ma era piuttosto perchè la pietà del popolo non si commovosse per lui, che appuntavasi un cannone contro alla finestra nella quale il prigioniero potea mostrarsi, e che il Delorenzo chiudeala anche con una bussola. Inumano, chè pregato da quel vecchio ad infiggerla più in basso acciò potesse consolarsi di un raggio di sole, egli faceala conficcare più alta che prima. Né dopo averlo cosi chiamalo mi soccorre altra parola più sonante a condannar la memoria sua a lungo obbrobrio, per aver egli usato poscia col prigioniero quel coraggio della ferocia che lo rendette tenace a travagliarlo con ogni maniera di vessazioni, e a martoriargli giornalmente l'animo, con numerargli freddamente i giorni che poteano restargli ancora a vivere. Cito un fatto solo di queste vessazioni. Chiedeva il generale gli fossero mutati i pannilioi in quella calda stagione del luglio; e rispondeagli Delorenzo non valer la pena di scambiarli pei pochi giorni che gli rimaneano a farne uso. A fatti simili non è mai adeguata l'esecrazione storica, la quale è parte di giustizia nmana: la sola giustizia divina può farne vendetta.
      Intanto gli scherani già provati nel 6 luglio erano stali condotti ad ugual opera con novelle condizioni. Vuoisi che il Sulis offerisse per tórre la vita al prigioniere la mercede di seti .li cinquecento; benché disapprovato dal Pintor, il quale giudicava già troppo avanzata la malvagità del suo partito. Erano in questo i più calorosi, a render esecrato il generale, i Simon e l'Angioi; e le letture di alcune delle carte sequestrate fatte da essi in ogni ritrovo, nelle quali dicevasi minacciato sinistro destino a malti onorati cittadini, contribuirono assai a renderlo odioso a chi non sapeva che quelle scritture altro non conte-


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Storia moderna della Sardegna
di Giuseppe Manno
Felice Le Monnier Firenze
1858 pagine 466

   

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