Storia moderna della Sardegna di Giuseppe Manno

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      312 STORIA DI SARDEGNA. [1195]nevano, tranne una nota delle persone le più torbide della città senz'altra indicazione; a chi non avvisava, che sarebbe stata sbadataggine non condonabile ad un governatore l'ignorare j fatti dell'anno passato e le mene dell'anno che correva, e che quella nota sarebbesi scritta senza studio da qualunque cittadino, tanto era notoria la composizione del partito. Prevedeasi pertanto imminente una catastrofe.
      Il mezzo per precipitarla fu quello stesso che avea servito ad apprestarla. Si stabili di far negli Stamenti lettura pubblica delle carte sequestrate, scelto a tal uopo il giorno 22 di luglio. Erano divenuti un' altra volta gli Stamenti quello cbe erano stati nei mesi più rischiosi dell'anno precedente, vale a dire un concilio in cui interveniva ogni maniera di gente, non a foggia di uditori, ma a sturbare le deliberacioni, a contendere con chi deliberava, a stridere a guisa d'imperversati. In quel giorno l'adunanza fu numerosissima, e fra quei tanti concorrentia faccia ansiosa e conturbata scintillavano sinistramente gli occhi di quei cacciatori miliziani, ai quali era stala commessa la nefanda opera di accendersi di sdegno al cenno che loro si désse, e di correre come per repentina concitazione di animo a vendicare gli oltraggi falli alla nazione nelle scrilture ch'erano per leggersi.
      Erano scritture le quali niente altro provavano, se non che il generale avea giudicato meglio del viceré quei tempi e quegli uomini. Erane perciò innocenti nell' aspetto in cui voleano riguardarsi, perchè non una parola vi si trovava che indicasse l'intento di reazione spontanea contro ai sollevati dell'anno passato. Guardarli e guardarsene, e intanto farli conoscere a chi meglio potea comprimerli, ecco il sunto veritiero di tutte quelle carte. Erano altronde per lo più carteggi famigliari; ed era cosa ben cruda il ricercare nella libertà dello scrivere confidente fra padre e figliuolo gli argomenti ad inasprire coloro, il nome dei quali vi era segnato di sinistra o arguta notazione. Ma la maggior parte del popolo colà affollato non era buono a tali distinzioni. Il generale mormorava; dunque minacciava. Derideva; dunque volea senza forme mettere abbasso i suoi avversari. Notava nomi di persone sospette; dunque queste persone erano destinate a contristare la capitaleDigitized by


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Storia moderna della Sardegna
di Giuseppe Manno
Felice Le Monnier Firenze
1858 pagine 466

   

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