Storia moderna della Sardegna di Giuseppe Manno

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      [1795] PARTE SECONDA. — LIBRO QUARTO. j 313
      coi loro teschi conficcati sulle picche a corona dei baluardi del castello. Tenea le artiglierie apprestate a contenere qualunque sollevazione; dunque all'albeggiare di uno dei passati giorni se ne sarebbe udito improvvisamente lo scoppio, e i poveri borghigiani, rei solamente d'aver tetto e mensa dove l'avevano alcuni dei congiurati del 28 aprile, avrebbero veduto sbonzo-lare péste dal cannone le mura delle loro case, e convertirsi la letizia delle loro stanze in un cumulo di rovine. Questo era il metodo di ragionare della plebe ; o, per meglio dire, questo era il ragionamento, che a gran furia di parole concitate e di declamazioni collerose si cercava di far penetrare negli animi più grossi.
      Leggevansi pertanto quelle carte, e al giungere ai tratti più provocanti giravasi attorno lo sguardo dei congiurati, e fermavasi sulla fronte degli scherani che attendeano di esser con cenno risoluto chiamati all' opera. Il cenno finalmente fu dato, allorché parve che l'indegnazione per le cose che leggevansi fosse più grande: e il sergente cacciatore Busu, uccisore del Pitzolo, usciva dall'aula coi suoi compagni avviandosi alla torre dell' Elefante. In questa erano state già in quella mattina contro alle consuete discipline scambiate le guardie, acciò restasse nelle mani di persona più devota all'Angioi. 11 Dais barbiere, tramutato in carceriere, ave® pure lasciato sbarrata nella stessa mattina la porta esteriore della torre. Il Delorenzo erasi anch'egli deliziato nell'ultimo sfogo della sua ferocia, dando avviso al generale, con parole crude e sprezzanti, che già erano per giungere i ministri della sua morte. E l'infelice vegliardo vide dopo pochi istanti giungere i suoi assassini ; i quali afferratolo, e discese con lui le scale della torre, trassergli appena arrivato alla porta le loro pistole, e non avendogli queste fatto offesa, gittaronsi sopra la sua persona colle scimitarre e colle coltella e ne fecero scempio. Il primo che lo feri di coltello dicesi in alcune memorie del tempo sia stato quel sergente cacciatore Busu, il quale fu certamente uno dei più accaniti suoi uccisori. Ma per notizie più accurate ho potuto chiarire aver primo agli altri levato la mano un Frassetto: pedagogo era in casa di alto e probo personaggio. Dipartivansi quindi tutti insieme stridendo come a festa, e lasciando colà esposto a vilipendio il cadavere deformato.
      Storia di Sardegna. 27


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Storia moderna della Sardegna
di Giuseppe Manno
Felice Le Monnier Firenze
1858 pagine 466

   

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